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DEL TRADUTTORE FRANCESE.

Se lo spettacolo della Natura è, come non

può dubitarsene, l'oggetto il più degno della nostra curiosità; io oso lusingarmi, che il pubblico mi sarà alcun poco grato di presentargliene qui un quadro delineato da un Poeta inglese, altrettanto buon Fisico, che abile Pittore. Tompson, autore del Poema delle Stagioni, la segue passo a passo nelle sue amene risoluzioni, e nelle periodiche metamorfosi. Nessun clima sfugge alle sue ri cerche. Può comprendersi qual prodigiosa varietà di meraviglie si offre da ogni parte all' occhio penetrante ed attento dell' osservatore, e quanto questa sorte di dettagli, e sopra tutto le descrizioni campestri, che ne resultano, tanto sempre interessanti, per poco che sian distinte con verità, lo divengano ancora più nella mano di un uomo di genio, che l'abbellisce con tutto quel che l'imma ginazione ha di sublime, e di brillante, la

lingua di forza, e di energia, la Poesia di fiori, e di vaghezza.

Con tali capitali per piacere non si sarà sorpresi che Tompson non abbia creduto punto a proposito di far giuocare le macchine mitologiche degli Antichi, che noi abbiamo freddamente trasportate nella Poesia moderna. Queste frivole risorse della finzione sarebbero state fuor di posto in un'opera, di cui la verità fa la base, e che interessa bastantemente lo spirito per l'importanza, e l'attrattiva della cosa stessa.

Non trattasi qui di un Poema campestre: dettagli dell'Agricoltura non vi son tutti: essi vi sono in immagine piuttosto che in lezioni ; ina è una brillante ottica della campagna. Imparare a vederla è imparare ad amarla, e indi a coltivarla. Abbandonando la parte utile, il mio Autore non ne presenta che la piacevole. La sua immaginazione è si viva, che abbellisce tutto, il suo pennello sì fido, che distingue tutto al naturale. È il vero interpetre dello spettacolo della Natura. Quanti mai trovano questa madre universale muta, ed uniforme non avere imparato a conoscerla, che con questa guida scuopriranno delle bellezze innumerabili, che sarebbergli state sempre sco

nosciute!

per

Il sentimento che è l'anima di tutte le belle produzioni, e che è il solo che lasci nel nostro spirito delle traccie permanenti, abbonda in quest'opera. Il poeta non perde veruna occasione per farne bene agire le molle; ei Je trova per tutto, e ne profitta felicemente. Egli è tenero, e compassionevole per tutti, fuori che per i Francesi. Un altro merito ben essenziale è, che nei quadri della felicità, che, ci presenta nell'innocenza, nella pace, e nella dolcezza della vita campestre, non vi fa aver parte verun requisito particolare, ed esclusivo della ricchezza. Questo merito è rimarchevole sopra tutto in quel bello squarcio della fine del terzo canto che contiene l'elogio il più seducente, e il più commovente della vita campestre. Nulla si scorge in questo mirabil quadro, che il più pove ro abitator della campagna non possa procurarsi egualmente che il più ricco. Vuol dire essere bene illuminato dal sentimento il por mente a simili gradazioni.

Dopo queste poche parole sul genio di Tompson, siami permesso parlare ancora della mia traduzione. I difetti del mio autore entreranno tanto più naturalmente in questo diche faranno parte della mia involontaria apologia.

scorso,

Io ho sempre creduto che il merito principale di una traduzione consista nella più scrupolosa esattezza; di maniera che se una traduzione potesse essere per così dire, trasparente e lasciar vedere l'originale in tutta la sua naturalezza, sarebbe la più perfetta. In forzarlu di questa opinione io ho sacrificato quasi per tutto l'eleganza della nostra lingua, la delicatezza delle nostre orecchie, ed il mio amor proprio al piacere di riportare letteralmente il nervo, e la forza dei due pensieri, e degli epiteti del mio Autore.

Io ho spinto la fedeltà fino al segno di maledire, o insultare la nostra Nazione da buon Inglese: forse ne sarò biasimato; ma sembrami che non spetti a un Traduttore a toglier di mezzo le passioni del suo Autore. Di più tali luoghi son per la maggior parte pieni di forza e di bellezza.

Tompson è sì sublime, sì vivace nei suoi quadri, la sua lingua nella sua opera è sì abbondante, sì fertile in epiteti espressivi, che è impossibile riportarne l'energia e la forza anche in parte. Altronde il suo Poema rappresenta una campagna, che io non ho vista punto. Dipinge dei dettagli dell' Agricoltura del suo Paese diversa dalla nostra. In una parola io mi sono trovato estraneo ai punti

essenziali, ed al modo di trattarli, ai sentimenti, e all'espressione. Combinate tutte queste cose, potrebbe darsi che io sembrassi Inglese ai Francesi, e Francese agl' Inglesi, in modo che io mi troverò rifiutato del pari dal- dodat l'una e dall' altra Nazione.

L'Agricoltura dell'Inghilterra è così di versa dalla nostra, che è impossibile riportarne i dettagli senza conoscerli e forse di conoscerli senza esser Agricoltore Inglese. Si trovano delle diversità che sorprendono, come, per esempio quella della mietitura nell'Autunno. Ma quant' altre meno sensibili imbarazzano egualmente un Traduttore? Gl'Inglesi hanno trasportato presso loro diverse produzioni dell'America, che son divenute comuni nel loro paese, e che sono a noi sconosciute, I fiori e i frutti di queste produzioni formano frat-pen tanto dei quadri in un'opera, nella quale tutto è dipinto, e io temo molto averli mal copiati. Il Poeta vuol tutto dipingere; e ciò lo impegna in dettagli faticosi, e ripetuti. Riguardo a quest'ultimo difetto, io posso facilmente averlo ingrandito, a motivo che la sua lingua charpe più libera della nostra sembra essere più abbondante. Egli è per altro vero, che sovente si ripete lui stesso sopra tutto negli epiteti; e non era quasi possibile, che ciò accadesse di

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