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- Costruzione di Civitavecchia. — Navi, Barche, Guardacoste, e Cor

vette.

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- San Pio, e san Giovanni, varati, (1779). Dissesto dell'AssenFulmine sulla polveriera, (29 settembre 1779). — Navigazione delle galere. Tribunale delle prede.

tista.

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II.

III.

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Armamento delle guardacoste.. Specchio generale. Primo viaggio. Visita dell'arcid. Ferdinando, (14 aprile 1780). Paludi pontine, e squadra da remo. Specchio di stato Il Papa e la squadra a Terracina, (14 marzo 1781). Caccia ardente, (15 luglio 1781). - Ricuperata una tartana. Sottomesso un pirata. Tradizioni. — Forni navali, e Medaglia. Fallimento del Denham, (31 gennajo 1782).

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maggiore.

IV.

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Concorsi Gestione del Pucitta. Assento coi Manzi, (14 dic. 1782).

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- Prima suppletorio, e poi definitivo, (3 sett. 1783).

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Tempeste, e terremoti di Calabria, (1783). — Naufragio del Varo di galea. — Peste alla Lampedosa, (1784). — Annovazzi alla terapeutica. Castagnola alla nautica. - Calabrini all'artiglieria. Scuole, allievi e premi.

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VI. Le battispiagge, (1786). Genova. Attacco alle paranzelle di Palo: due perdute, due abbandonate. Alle coralline di Anzio. sione presso la Corsica.

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Fiumicino. Disputa con la Francia, (1788). Decisione di Algeri,

e documento.

VII.

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Combattimento, fuga di Sciabecco, e salvezza di Napoli

tani. Naufragio di Sciabecco, (1790). Ordine di combattimento nelle galèe. Documento.

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Ruoli di venti bastimenti, (15 aprile 1793).

, IX. Navigazione di conserva. Sollevamento della ciurma del san Pietro, (13 ag. 1793). - Ripresi i fuggitivi. Giunta della vela di mezzana alle galere. Vela quadra alle corvette.

X. Viaggio delle corvette.

- A Terracina, (1.° maggio 1795).

Andrea Zara, e i suoi giornali.
Combattimento contro la Sáica,

(18 maggio 1795). Sentenza di corte marziale contro il tenente

Ceccarelli.

XII.

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Caso simile.

Giudizi popolari, e tradizioni duraci.

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Smeraglia, (13 giugno 1795). Convoglio. Tartana

perduta ad Anzio, (20 luglio).

(6 ag.). - A Terracina, (28 ag.).

Sciabecco petulante a Civitavecchia,

XIII. Tattica, strategia, combattimento.

Uno sciabecco a

fondo, uno predato, (18 ott. 1795). — Feste del ritorno, (20 d.o). — Testimonianze e documenti, scritti e verbali, primi ed ultimi.

XIV.

Cacciati i barbereschi, cresciuti i corsari. — A Terracina la squadretta, (1.° maggio 1796). - Le corvette e la squadriglia. — Partenza improvvisa e preludî. - Disarmo delle corvette. Promozione e riposo al maggior Zara. Suoi manoscritti. Ultime notizie di lui.

LE CORVETTE ALLA COSTA.

[1778-1796.]

CAP. IL MAG. ANDREA ZARA.

[1778 ]

I. Voglionsi ora armare due bastimenti di guardia con venti cannoni per ciascuno, e cento trenta uomini d'equipaggio. Bastimenti a tre alberi di vela latina, senza lusso, senza comparsa, senza cavalleria, assegnati a correre soltanto contro i Barbareschi lungo la spiaggia romana, ed a stanziare esclusivamente ne'suoi porti. Li chiamarono con termine generico, per la grandezza, Navi; per l'attrezzatura, Barche; e per ragione dell'ufficio, Guardacoste: ma in sostanza essi erano maggiori dei brigantini, minori delle fregate; e quindi vere corvette; massime da poi che ebbero attrezzati i tre alberi a vele quadre. Torniamo dunque nel principio di questo libro al sistema del Cadolini, del Balzarino e del Giustiniani, sostenuto da quest'ultimo, che ancor viveva onorato e potente; e sempre ripicchiava sulla necessità della velatura latina per cacciare a dispetto del vento con amplitudine maggiore di quattro quarte a preferenza di tutte le boline dei quadri, cui scarseggia anche a sei quarte il vento. Finchè visse questo Capitano, niun pi

loto mai potè vincere il punto, tanto ambito, della quadratura. Ma, quando egli ebbe chiusi gli occhi, le guardacoste abbatterono antenne, issarono pennoni, trevi, gabbie, velacci, divennero, e furono chiamate Corvette: nome che io devo preferire fin dal principio per acconciare le parole al concetto della comune intelligenza, ed alle universali nozioni marinaresche, anzichè all'incerto gergo locale 1.

Lo scandaglio presuntivo faceva supporre otto mila scudi di spesa per ciascun bastimento; e forse anche meno negli arsenali di Genova e di Napoli. Sempre gli uomini, scontenti da presso, si lusingano di incontrare il meglio della fortuna da lungi. Dove meno giugne la scienza, quivi giuoca più balda la fantasia: potenza intesa a colorire gli oggetti secondo il desiderio. Dante allegoricamente le attribuisce pelle gajetta, e pel maculato. Con tali traveggole agli occhi andarono Luigi Gubian e Giuseppe Castagnola, già piloti delle fregate, e futuri capitani delle corvette, a cercare vantaggio economico da lontano: e tornarono con due scritture. Una del regio costruttore in Napoli, che richiedeva pe' due bastimenti ducati quarantotto mila: quasi il triplo del prezzo presunto. E l'altra dei fratelli Castellini, notissimi armatori genovesi, dai quali pretendeansi lire duecensessanta mila: come a dire il quadruplo.

1 ARCHIVIO delle Finanze, Navi e galere, vol. ix, n
STRATICO. Vocab. marin; in-4. Milano, 1813. -

• 195.

Alla voce Barca

ed al disegno di tre alberi, annesso alla tavola, fig. 55.

DAL Pozzo. Storia dei Cavalieri di Malta; in-4. Venezia, 1715, vol. II, p. 651, lin. 32: « Consisteva l'armata in circa 130 vele: cioè < quattro galere... due grosse navi, dette Guardacoste, due pa<< landre da gettar bombe, ecc. »

DOCUMENTI di casa Manzi, cit.: « Barche guardacoste, mat<tura a pipera, » Dal francese (mature à pible) alberatura a pioppo. Doc. Gonfalone: « Le due corvette. » V. appresso, p. 276.

Allora Pietro Simonetti, computista generale della Camera, trattò con Carlo Giorgi, banchiere in Roma ed affittuario delle selve camerali in Nettuno, per la predetta costruzione al prezzo del primitivo scandaglio di ottomila scudi per ciascuna. Già era distesa la minuta dell'apoca privata, quando il Denham, venutone a cognizione, protestò per la preferenza a lui dovuta, come assentista. Quindi ai dodici di febbrajo 1778 il Tesoriero e l'Assentista firmarono il contratto così: obbligo al Denham di costruire dentro un anno nell'arsenale di Civitavecchia due navi guardacoste, simili ambedue all'altra quivi stesso costruita l'anno 1738, e secondo i disegni annessi: obbligo alla Camera di pagare per le medesime scudi ventimila quattrocento 2.

Adoperaronsi alla costruzione Pietrantonio Deangelis, Michelangelo Calamatta, e Michelangelo Cosbor, soprannomato Zabaglia, perchè, al pari del celebre sampietrino, risolveva le più ardue questioni di meccanica, senza il corredo delle lettere . Pel fatto di costoro,

2 ARCHIVIO delle Finanze, ora di Stato, Galere e Navi, volumi sciolti, segnati coi numeri 791, 792.

9 ARCH. cit. «<< Misure di ciascuna guardacosta in palmi Napoletani (ciascun dei quali, ragguagliato al metro è = 0,76455).

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