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tro tutto il Cristianesimo, affinchè congiunte tutte le forze nostre, più facilmente si possa respingere l' impeto del furente nemico, gli occhi dell'anima nostra, figlio carissimo, alla nobiltà tua tra tutti gli altri tuoi pari si sono rivolti; perchè fermamente speriamo nel nome della nobilissima tua casata e nella tua virtù, prudenza, fede e nella lunga pratica delle cose militari poterci al tutto sicuri riposare. Per tanto nel nome di Dio onnipotente, a difesa della santa Chiesa ed a tutela della Cristiana repubblica, noi per autorità apostolica e tenore delle presenti, sempre che durerà il beneplacito nostro e della predetta Sede, ti eleggiamo, creiamo, costituiamo, e deputiamo capitan generale e prefetto di tutta la navale armata nostra e della stessa Sede contro i Turchi, con tutte e singole facoltà, giurisdizioni, preminenze, prerogative, onori, e pesi soliti e consueti; similmente con lo stipendio mensile per te di scudi seicento di giulj dieci, e con la provvisione ordinaria di dodici eletti militi, chiamati volgarmente lancespezzate, e di più venticinque alabardieri per la guardia del tuo corpo. Al tempo stesso comandiamo a qualunque capitano, padrone, ufficiale, soldato e persone delle nostre galere e navi, sotto le pene da infliggersi ad arbitrio nostro, e puranco tuo, che con il debito onore ed ossequio ricevendoti tengan con te, i tuoi comandamenti senza alcun indugio od eccezione eseguiscano, ed ogni tuo volere in tal guisa facciano come se noi medesimi avessimo comandato. Tu dunque, figliuolo, così ti diporterai, e l'ufficio volenterosamente da noi conferito eseguirai, che l' opere tue pienamente rispondano a quanto noi e tutti pubblicamente da te ci aspettiamo. Nel che tu farai cosa grata primamente a Dio, la cui causa ora si tratta; e poi al nostro desiderio sommamente soddisfarai: donde te ne verrà dall' istesso Iddio il premio di felice e perenne vita

e da noi senza alcun dubbio la lode e la giusta commendazione delle egregie opere da te fatte. Dato a Roma, presso San Pietro sotto l'anello piscatorio, a di 11 giugno 1570, del nostro pontificato anno quinto. »

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Marcantonio Colonna, duca di Paliano, scritto alla nobiltà di Venezia, feudatario del re di Spagna, e gran contestabile della corona di Napoli, era nei trentacinque anni, quando per questo breve gli fu conferito il generalato del mare. Egli alto e svelto della persona, calvo in sin da giovanetto, gran fronte, viso lungo, occhi grandi, aspetto serio, tinte calde, lunghi mustacchi, portamento nobilissimo; grande intelligenza, raro valore, e cuor magnanimo: provveduto in ogni sua cosa, efficace nel discorso, e insieme di maniere tanto affabili e dignitose quanto non si discon verrebbero ad un sovrano. Sin dalla prima gioventù aveva seguita, al paro de' suoi maggiori, la via delle armi; e si era mostrato non solo

3 ANTONIO COPPI, Memorie Colonnesi, in-8. Roma, 1855, p. 349. « Marcantonio Colonna nacque a Civitalvinia il 26 febbraio 1535. » I ritratti di Marcantonio possono vedersi nella Galleria colonnese, donde furono ricopiati dal LITTA, Famiglie celebri, in-fol. Milano, tav. IX; e da POMPILIO TOTTI, Ritratti et elogi di capitani illustri, in-4. Roma, 1635, p. 256.

MARCANTONIO COLONNA in tutte le sue lettere a Pio V, a Gregorio XIII, a Filippo II re di Spagna, al doge di Venezia, ai cardinali Rusticucci e di Como, al Granduca di Toscana, agli ambasciadori di Venezia e di Spagna, e in tante altre sue scritture dipinge sè stesso in questo modo. Specialmente nelle due lettere a Filippo II, che sono nel t. I, p. 272 e 277: l'ultima delle quali finisce così: « Allendo dunque a portar si grave salma di soddisfare al pubblico ed al particolare di tutti, che certo sa Iddio quanto travaglio. Et alla fine per ricognitione et riposo mi resta sempre il giustificarmi di quello donde meriterei honore et ricognitione. Lodato sia Dio del tutto, et a Vostra Maestà bacio la mano. Da Corfù, li 6 di sellembre 1572. Humile et devoto subdito et servo di Vostra Maestà M. A. Colonna. »

prode condottiero di fanti e cavalli, come tutti sanno, ma anche valente capitano di mare. Aveva tenuto tre galere sue proprie, la Capitana, la Colonna e la Fenice, navigato con quelle in Spagna e in Africa, fatta la impresa del Pegnone, ed altre onorate navigazioni che pur gli storici ricordano, e i documenti della sua casa ampiamente descrivono. Fatto capitan generale dell' armata romana, e posto in mezzo tra gli Spagnuoli e i Veneziani, ebbe sempre l'animo non ai propri interessi, ma al pubblico bene di tutti: ed al particolare eziandio di ciascuna delle potenze confederate. Dai contemporanei toccò quella mercede che sempre è riserbata a chi ha a fare tra le discordie di più padroni, e la invidia di molti servi. Il giorno stesso undici di giugno, vestito di tutt' arme e accompagnato da una splendida cavalcata di grandi ufficiali e baroni romani, andò nella cappella papale, ove

4 ANTONFRANCESCO CIRNI, Commentari della guerra di Francia, soccorso d'Orano, impresa del Pegnone e assedio di Malla, in-4. Roma, 1567, p. 19.

AUGUSTINUS THUANUS, Historia sui temporis, in-fol. Londra, 1733 all' anno 1564, p. 411.

Bosio, Storia de' Cavalieri di Malta, in-fol. Roma, 1602, t. III, 482.

DAL Pozzo, Storia del Sacro ordine gerosolimitano, in-4. Verona, 1703, t. I, p. 383.

ARCH. COLONNA, t. III, 176, 269, 270, 275; t. IV, per tutto, e codice segnato col numero 150. Strumenti, perizie, caratazioni, spese, e viaggi delle galere e del signor Marcantonio. Strumenti di compra delle galere del cardinal Carlo Borromeo, vendita delle medesime al duca di Firenze, tratta dei grani concessa dal re di Spagna per le medesime.

Non so se il chiarissimo signor don Aristide Sala abbia pubblicato l'istrumento con che san Carlo Borromeo vendette a Marcantonio Colonna tre galere della sua casa: mi ricorda avergliene parlato in Roma.

cantata la messa dello Spirito Santo, e dato il giuramento, ricevette dalle mani stesse di san Pio le insegne del comando e lo stendardo della lega, che aveva sul fondo di damasco rosso l' imagine di nostro Signore Crocifisso, quelle dei santi apostoli Pietro e Paolo, e in alto a grandi caratteri scritto il motto celebre per le memorie del passato e per il presagio dell'avvenire: Tu vincerai con questo segno. Dopo di che, ricondotto dagli amici assembrati sotto il fatal gonfalone al suo palagio, e ricevute quivi le congratulazioni della corte e le pubbliche feste che per la città di Roma con molti fuochi e spari e suoni in simili circostanze solevano farsi, rivolse tutti i suoi pensieri a ben condurre l'impresa.

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III. - Non avendo Marcantonio nè tempo nè modo da costruire, come avrebbe desiderato, il suo naviglio, posto nella urgente necessità della guerra imminente pensò cavare dodici corpi ignudi di galere da Venezia,' e quelli rivestire, ed armare di tutto punto in Ancona. Prima però di andar colà, si ordinò in Roma di tutto. che facesse a proposito dell' armamento: e secondo il mandato del Pontefice e l'uso di quel tempo, spedi le patenti ai capitani che dovevano comandare sopra l' armata, cominciando da Fabio Santacroce, al quale scrisse in questi termini : « Marcantonio Colonna duca di Paliano,

5 CORNELIUS FIRMANUS, Magister Cæremoniarum, Diarium MS. Bibl. Chigiana, L. I, 27: « Die II junii dominica in festo Santi Bar

>> nabæ. >>

6 NATAL CONTI, Storia deʼsuoi tempi, tradotta dal Saraceni, in-4. Venezia, 1589, t. II, p. 68 in fine.

BARTOLOMMEO SERENO, p. 46: si veda la nota 18.

7 MARCANTONIO COLONNA, Scritture dell' armata navale, MSS. nell' Archivio di essa eccellentissima casa. Sono volumi 4, in-fol. Incomincia il tomo primo: « A dì 11 giugno 1570. Noi Marcantonio

e capitan generale di sua Santità. Avendosi a provvedere dei capitani delle galere di sua Beatitudine al nostro general governo commesse nella istante impresa contro infedeli, et conoscendo il valore et meriti del molto honorato signore Fabio Santa Croce, nobile romano, gli diamo il carico per la presente di una di dette galere, deputandolo capitano di quella: con autorità, e facoltà di armarla, comandarla, e provvederla come conviene alla qualità sua, et confidiamo che esso signore farà per servitio di sua Santità. Comandiamo però che per tale sia riconosciuto favorito, et obbedito da chi appartiene, non si facendo il contrario per quanto si ha cara la gratia di Sua Santità et nostra. Dato a Roma il dì 11 gingno 1570. »

Prima però che fosse spedita questa patente, già Fabio viaggiava in diligenza verso Venezia per aver dal Senato quei corpi di galere e condurli in Ancona, portando seco calde raccomandazioni ai Governatori della Marca e della Romagna che il favorissero nell' assoldare i marinari; ed ordine ai tesorieri acciò lo provvedes

Colonna duca di Paliano semo stato spedito capitan generale della Santità di Nostro Signore contro Turchi, come appare per il breve di Sua Beatitudine. Favorisca nostro Signore Iddio il suo santo servitio a desiderata vittoria. In questo libro si annoteranno tutte le expeditioni che giornalmente si faranno. » — Questo codice e tutti gli altri dell'archivio intorno a queste materie, per cortesia somma del gentilissimo cavaliere signor don Vincenzo Colonna, sono stati messi a disposizione dell' Autore che, avendoli studiati in sua camera con ogni comodità, stima suo debito rendergliene quì pubblico e solenne ringraziamento.

Si noti che molte delle predette scritture sono autografe di Marcantonio, il quale non pertanto quasi sempre in persona terza parla di sè stesso.

In detto Archivio si conservano, oltre ai volumi legati, molte filze e carte sciolte relative a questi successi.

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