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esigenza, o pagamento; ma in quella vece al tutto franchi possano andare per acqua in qualsivoglia parte così dell'Adriatico, come di ogni altro mare, e per le acque dolci. Anzi più gli Oratori veneti, come sopra, hanno promesso di lasciar sempre a tutti i predetti la navigazione libera, senza mai mettere impedimento alle persone, alle merci, alle sostanze in niun modo nè sotto alcun colore o causa, nè anche sotto il pretesto della guardia e custodia del mare, alla quale (in quanto si oppone alle predette promesse) hanno specialmente ed espressamente rinunciato; nè pure sotto pretesto di visitare le merci, o di rivedere i registri e le scritture in qualunque modo esistenti nei predetti navigli o presso gli stessi naviganti, ancorchè si allegasse il sospetto che le merci, le sostanze e ogni altra cosa espressa avanti potesse appartenere in tutto o in parte ad altre persone che non fossero soggette al Pontefice romano. »

Tante parole per togliere gli abusi, per troncare le dispute, e per stabilire il gran teorema della libertà del

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IX. In quella che papa Giulio si pacificava coi Veneziani, rompevasi coi Francesi e co' Tedeschi ; non essendosi costoro collegati con lui, come ho detto, se non per togliere alla Repubblica ogni possedimento di terraferma, e per allargare ciascuno le sue fimbrie in Italia: quindi nè gli uni nè gli altri potevano adesso patire di vedere in qualche modo assicurato il dominio veneto all'ombra e sotto la protezione della possanza papale. I quali umori, ingrossati da altre non meno torbide sor

29 P. A. G., La marina del medio èvo. Le Monnier, 1874, I, 446, 451, 453, 458, 462, 463; II, 398.

genti, quest'anno medesimo ruppero in aperte ostilità, volsero a rovescio lo scacchiero, e presto furono veduti gli alleati di Giulio pigliare l'armi contro di lui.

In questo secondo periodo della guerra si rialzò la fortuna di Venezia: i popoli di terraferma, stanchi dell'insolenza straniera, richiamarono san Marco; e le milizie papali, condotte dal celebre Francesco Maria della Rovere duca d'Urbino e nipote di Giulio, insieme con Marcantonio Colonna, antenato del Trionfatore, congiuntesi alle milizie veneziane captanate dal notissimo Lorenzo Orsini, detto comunemente dai soldati, per ragione del feudo, Renzo da Ceri, affrontarono le schiere di Francia guidate da Carlo d' Amboisa e da Giangiacopo Trivulzio. I Papalini espugnarono per ingegno di Bramante la Mirandola, i Veneziani toccarono sul Po qualche altro rovescio, e più cose notevoli successero, secondo la grandezza dei prodi capitani che ho qui avanti nominati. Ma tutto questo, come negozio dal mio divisamento troppo lontano, metto da parte; dovendomi rivolgere al mare insieme coll' armata verso Genova.

Era la città di Genova da lungo tempo in gran turbamento per civili discordie, ora commosse dai popolani contro i nobili, ora dagli stessi nobili tra loro divisi; i quali tutti per sostenersi gli uni contro gli altri avean perduto insieme la libertà, chiamando padroni di fuori. Prima si eran posti all' obbedienza del duca di Milano, poi del re di Francia: ed avendo Lodovico XII per questi tempi in dominio anche il maggior ducato di Lombardia, si trovavano i Genovesi aggiogati insieme al l'istesso carro di Parigi e di Milano. Ora sembrando dalla parte di terra troppo ristrette le ostilità contro i Francesi, Giulio papa ligure divisò portar loro la guerra anche sul mare; non solo per diversione, ma più colla

speranza di prosciogliere la sua patria dal giogo straniero. Laonde spinse dalla Macra alla Spezia Marcantonio Colonna con grosso nervo di fanti e di cavalli ; e chiamò da Varese un corpo di quasi diecimila Svizzeri, perchè urtando alle spalle i Francesi dalla parte di Milano, corressero difilati a congiungersi al Colonna sotto Genova.

X.

[Luglio 1510.]

Principalissimo fondamento per ottenere il fine aveva ad essere l'armata navale dal capitan da Biassa allestita nel porto di Civitavecchia, intorno alla quale si raccoglievano le migliori milizie di Roma, e quasi tutti i fuorusciti genovesi con Ottaviano e Giano Fregosi, con Girolamo e Niccolò Doria, ed altrettali uomini di quella potenza e seguito che tutti sanno. Costoro montavano tutti insieme sopra le sei galèe di papa Giulio; e appresso ne traevano undici di Venezia sotto il governo di Girolamo Contarini, sopracchiamato il Grillo 3°. Qui adesso mi si offrono diversi successi, e belli esempi di tattica navale, tutti del caso nostro, che narrerò con quei particolari che ci han conservato le scritture dei contemporanei.

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Il Biassa a prima giunta occupò Chiavari, Rapallo, e Sestri che sono le migliori città e terre della Liguria orientale; poi condusse l'armata innanzi al porto di Genova, promettendosi che i partigiani di dentro farebbero rumore, secondo la consueta lusinga dei fuorusciti. Ma in quella vece cupo silenzio nell' interno della città, e gente desta alle difese e alle batterie intorno alle mura era a vedere; perchè al primo annunzio degli arma

30 BIZARUS cit., lib. XVIII, p. 428.
BEMBUS cit., lib. X, p. 376.
GUICCIARDINI cit., lib. IX, p. 590.
BELCAIRUS cit., lib. XII, p. 343.

menti di Civitavecchia, i Francesi ed i loro partigiani (come poi si seppe) avevano introdotte molte milizie, ed altre continuamente ne chiamavano di Lombardia, e gran gente dalla riviera occidentale. Oltracció era entrato nel porto Piergianni, cavalier di Rodi e capitano del re con sei galèe, e sei di quelle grosse navi che, per lo più usate nel traffico, prima dai Genovesi, poi dagli Spagnoli e Portoghesi, chiamavansi Caracche 31. La voce deriva dal Carabo dei Pelasghi: e rimenata dai nostri cronisti antichi, trapassa nel diminutivo a Caravella 3. Con questi presidî, imbrigliata la città contro ogni movimento interno, non restava agli assalitori altro partito se non bloccarla dalla parte del mare ed affamarla: chè essendo in luogo sterile, e difficile a ricevere altronde che dal mare le vittuaglie, contavano trenta giorni di blocco per costringere la piazza alla resa.

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Perciò il Biassa, praticissimo di quella riviera, persuase al Grillo di mettersi seco alla guardia presso

31 ARIOSTO, Orlando furioso, XVIII, 35:

« E quivi una Caracca ritrovaro,

Che per Ponente mercanzie raguna:

Per loro e pe' cavalli s' accordáro

Con un vecchio padron ch' era da Luna. »

92 CAFFARO, La Cronichetta di Gerusalemme, p. 37 e più volte negli Annali, ediz. del Pertz; ed indice del medesimo che scrive talvolta Gorabus. - Noto il passaggio della Bi in Vu.

ISIDORUS, XIX, 1, fin. citato dal FORCELLINO; Carabus, i, m. e i Greci Kápaßos, ou, ó: « Navigii genus. »

BARTOLOMMEO CRESCENTIO, La nautica mediterranea, in-4. Roma, 1602, p. 526: « I Greci di oggi chiamano alla nave Caravi. » Dunque dal Pelasgo, comune ai Greci e ai Latini, Carabo; indi Caracca, e il diminutivo Caravella, senza bisogno di aspettare col chiarissimo AMARI gli Arabi in Sicilia, I, 302, che singhiozzando ci dicano Karra-ka per nave incendiaria, fuor di proposito.

Bosio cit., III, 7, 22, 25, 88, 99, 108. Parla della nuova e della vecchia Caracca di Rodi, la prima delle quali costruita a Nizza.

il porto dal lato orientale in un senetto, chiamato allora la Fossa di Villamarina, dove era buon sorgitore, riparato dalle tempeste e dai nemici per un lungo ed ampio scanno di bassi quasi a fior d'acqua, innanzi al quale dovevano necessariamente frangere le onde, e dovevano arrestarsi i navigli vegnenti dal largo. Dunque le sei galèe di Roma e le undici di Venezia entrarono in quella insenata dalla banda di levante, dieron fondo, posero le vedette sui monti, e si tennero presti a uscir fuori per ghermire qualunque naviglio si fosse voluto avvicinare al porto. Questa stallia non saprei dire con qual nome sia oggidì espressa dai Genovesi; nè posso dalla mia memoria, nè dalle relazioni degli amici dedurre la permanenza del seno e del banco 35: ma rispetto al fatto che narro non è possibile nè a me nè ad altri il dubitare, perchè espressamente descritto da quel gran capitano e sommo tattico del suo tempo, nipote di papa Giulio, che aveva mano in queste faccende e ne sapeva tutto il filo e tutti i punti; dico di Francesco Maria della Rovere duca d' Urbino, dal quale ricavo le qualità e i nomi dei luoghi, come stavano allora **:

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39 CARTA di Genova e suoi contorni. Superba incisione in-fol. massimo alla Bibl. Casanat. Q. I, 4, in CC. (Niuno indizio di questa posizione).

CARTA idrografica della Liguria per gli ufficiali e piloti della marina sotto la direzione del viceammiraglio cav. Giuseppe Albini. Incisa nello stabilimento di Niccolò Armanno, gran fol. Genova, 1854. (Mette un seno dietro lo scoglio della Campana, ma non al caso nostro, perchè troppo vicino e soggetto alla piazza, e di poco o niun fondo. I Genovesi da me interrogati non conoscono questo seno, nè il nome di Villamarina.)

34 FRANCESCO MARIA DELLA ROVERE, Discorsi militari, in-12. Ferrara, 1583, p. 30: « Come fece Piergianni francese poco lontano da Genova verso levante ad un luogo chiamato la Fossa di Villamarino con misier Hieronimo Contarino detto Grillo, il quale havova GUGLIELMOTTI. Guerra de' Pirati. - 1. 8

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