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ponevano l'alloggiamento vicino al castello, e ne tagliavano l'acquedotto. Prosperi successi per terra e per mare dove è accertata la direzione.

[29 agosto 1502.]

XIII. II Generale dei Veneziani, che doveva dall'opposta banda consentire all'assalto improvviso, giunse coi venti australi in capo all'isola, fino alle piagge dei Pineti; ma non potè orzare tanto da accostarsi alla piazza: però in tutto quel giorno fu costretto tenersi largo sulle volte. Ma la dimane, favorito dalla brezza notturna, sbarcò la fanteria con alcuni pezzi di grosso calibro, e prese a battere in breccia il castello. Quindi da ogni parte più e più vigorosa l'oppugnazione. Quei di dentro, quattrocento assappi, cento giannizzeri, e duemila terrazzani, quasi tutti pirati, disperatamente rispondevano all'urto e alle percosse sempre più incalzanti dei Cristiani. E dalla parte dell' Epiro, affacciatosi il soccorso di mille cavalli con qualche nervo di fanti, spediti dal governatore di terraferma, furono talmente più volte frustati e rifrustati a metraglia dalle quattro galere romane, che gran ventura ebbero di potersi salvare con disperatissima fuga, e di non farsi più rivedere alla testa del ponte.

Questa cacciata abbassò l'orgoglio del presidio, composto di gente riottosa e discorde. I quali vedendo di non potersi a lungo sostenere, e sfiduciati omai del soccorso, dopo sette giorni di batteria, e già aperta la breccia, uscirono tumultuariamente sulla porta per trat tare la capitolazione: chiedevano salva la vita e le sostanze di tutti, dappoichè la piazza e il castello più salvare non potevano. Nondimeno in quella che i capitani delle due parti dibattevano la forma dei capitoli, volendo specialmente il Generale veneziano ricevere a giusti patti i sol

dati regolari del presidio, e lasciare fuori della legge a sua discrezione i pirati; costoro, infelloniti quasi più contro i compagni che contro i nemici, presero ad altercare, mostrandosi pronti ad ogni eccesso. Pensate le milizie borgiane e marcoline se potevano tollerare in sul viso minacce e millanterie di pirati! Al primo lampo d'indignazione sprizzato dalla mano d'un fante incollerito, tutti gli altri dettero dentro, sforzarono il passo, ed ebbero di presente la terra e il castello. Così addi ventinove d'agosto venne in poter dei Cristiani la fortezza di Santamaura, dove il nostro Commissario scioglieva le catene a gran numero d'infelici pugliesi, siciliani e calabresi che gemevano in dura schiavitù; e il Generale veneziano di presente faceva appiccare ai merli per la gola o tagliare a pezzi i più tristi pirati di quel luogo; tra i quali l' istesso Camali Aichio, detto dai Turchi Kamal-rais. Tal sia del primo.

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[15 Settembre 1502.]

XIV. Jacopo il commissario, scrivendo al cardinal Legato in Rodi, narra distesamente questi successi: e perchè nella lettera si contengono particolari impor

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46 SANUDO, Diari citati, mss. alla Marciana, IV, p. 408, « Li Janissari si arresero, ma i Asapi non vollero; e per questo tutti fece tagliar a pezzi, e apichar. »

ANONYMO, Histoire de Pierre d'Aubusson grand Maître des chevaliers de Rhodes, mss. Casanat., X, VIII, 30, p. 463, 465.

PETRUS JUSTINIANUS, Historia Venet., lib. X, in-fol. Argentina, 1611, p. 211.

GABRIELIS MAURI, Oratio in funere Benedicti Pisauri ad Ducem senatumque Reipub. Veneta, ext. ap. LUNIG, Orationes procerum Europa, in-12. Lipsia, 1713, p. 182.

CICOGNA, Iscrizioni Veneziane, in-4. 1830, III, 269. Sulla tomba di Benedetto Pesaro : « Leucade. Expugnata. Aichio. Sœvissimo. Pirata. Interfecto. »

DE HAMMER cit., X, 444.

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tanti alla marineria, io non posso nè devo lasciare di riprodurla qui per esteso, come si legge nelle colonne del Bosio: avvertendo però che Sopraccomito era il titolo che si dava al comandante di un naviglio, quando non si diceva Capitano se non di squadra, o di armata. I Veneziani, più d'ogni altro tenaci, ne hanno mantenuto l'uso, anche nel secolo decimosesto. La voce è formata da Comito, primo ufficiale della marinaresca, e da Sopra in significato di eccellenza, come dire superiore degli ufficiali e genti di una galèa o nave. La voce Ammiraglio, derivata dall' arabo Al-Emir, principe dell'armata navale, fecesi nostrana al tempo delle Crociate, colle varianti di Almirante, Almiraglio, ed Armiraglio, che si leggono nei secoli decimoterzo e decimoquarto: ma nel decimosesto niuno dei grandi in Italia ha avuto questo titolo, nè anche Andrea Doria; e il grado supremo esprimevasi col dire Capitan generale. Anzi in Venezia la voce Ammiraglio era venuta tanto giù da non significare altro se non il primo Nostromo dell' armata, o del porto, o dell' arsenale "7. Ecco la lettera

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« Reverendissimo ecc. Hier sera che fu a' quattordici del presente ritornò Francesco Cintio anconitano sopraccomito a salvamento con la galera pontificia, e bacio le mani alla S. V. R.ma de' favori e delle cortesie usategli. V. S. è prudentissima et haverà molto bene compreso quanto grande sia il buon animo di Sua

47 MALIPIERO, Annali Veneti cit., VII, 11, 624.

PARDESSUS, Collection des Lois maritimes de tous les peuples, V, 70, 72, etc.

P. A. G., Marcantonio Colonna, p. 197.

48 GIACOPO PESARO, commissario sull' armata del Sommo Pontefice, al Rev.mo signor cardinale di sant' Adriano legato dell' armata cristiana in Oriente contro i Turchi. Lettera data dall' isola di Santamaura nella galera capitana del Sommo Pontefice ai 15 settembre 1502.

Bosio cit., II, 561.

Santità, e quanto ella sia stata defraudata delle speranze, delle promesse, e della fede datale dalli potentati cristiani, che unitamente contro le cose turchesche intervenir dovevano. Questo procede, Reverendissimo Signore, dalle differenze nate tra loro, onde non può la Santità Sua adempiere ciò che a V. S. R.ma significato haveva, in far concorrere et intervenire i potentati suddetti, e tutti i fedeli popoli cristiani a questa santa speditione. Ma poichè contro ogni speranza restano le cose dei Cristiani cosi fredde et addormentate, come V. S. R.ma può molto bene comprendere; e che Sua Beatitudine resta con infinito dispiacere e rammarico di non poter adempire l'ardentissimo suo desiderio in reprimere le forze di questi cani turchi, non vedo io in ciò altro rimedio che pregare la divina clemenza, alla quale ogni creatura è sottoposta, che si degni illuminare le menti e muovere i cuori dei Principi cristiani.

» Delle galèe apostoliche io non ne ho ricevute se non tredici; e siamo già si può dire nel verno: nè tengo speranza alcuna delle altre che mancano al compimento delle venti. Le tredici sono stipendiate solamente per quattro mesi, che spirano per tutto ottobre: nè a me sarebbe lecito preterire i limiti et il termine statuitomi da Sua Santità, senza altro suo espresso comandamento.

» L'armata di Francia non è venuta: e si crede che, per le differenze nate tra lui et il re di Spagna per conto del regno di Napoli, non verrà altrimenti. Le quattro galere del capitan Prejanni francese sono partite tredici giorni sono da Santamaura, per andare al soccorso del re di Francia; essendosi il detto Capitano

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49 Questi è il Prejeant de Bidoux, del quale si è detto alla nota 41, e vedi l'Indice pel resto: chè nei fatti di Santamaura non fece altro che una breve comparsa.

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partito subito che intese che i Francesi erano in arme contro Spagnoli nel detto regno di Napoli.

» L'armata veneziana, ed io con essa, fummo ai ventitre del passato a Santamaura, nido di corsali turchi 50, che facevano mille danni: e con l'ajuto di Dio ai ventinove del medesimo pigliammo la terra et il castello con seicento Turchi, e molte femine et fanciulli. Il magnifico Generale fece tagliare a pezzi i corsali, facendo prigioni i giannizzeri ed altri soldati. Abbiamo liberati molti Cristiani schiavi.

Questa felice vittoria in gran parte attribuir si deve all'armata apostolica, la quale era dalla banda dove erano più di mille cavalli turchi ben armati con buon numero d'infanteria turchesca, che più volte tentarono di soccorrere Santamaura; e con le nostre artiglierie pontificie glielo abbiamo proibito, con morte di molti di loro.

» E perchè il magnifico Generale ha risoluto di fortificare il castello di Santamaura, non si potrà assentare di qua; anzi sarà necessario (dopo che avrà fatto le debite provvisioni), che lasci qui da quindici galere per ajutare la fabbrica e la fortificatione. Oude V. S. R.ma può considerare che egli rimarrà con poche galere: e conseguentemente la S. V. R.ma resta defraudata delle promesse e della fede datale, e della speranza di vedere unite insieme e di comandare alle galere del Papa, del re di Francia, e di questa repubblica veneziana. Oltrechè noi non siamo in tale stato da fare l'onorata et utile impresa, alla quale V. S. R.ma proposto havea di condurci. Resta solamente che Ella si degni accettare il mio buon animo; e che mi favorisca di farne fede alla Santità di Nostro Signore con sue lettere.

» Dall'isola di Santamaura, nella galera capitana 50 Qui dal contesto si intende pirati, come torna alla p. 49.

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