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gnore Agostino Spinola del titolo di santo Apollinare prete cardinale Perugino, e della santa romana Chiesa. camerlengo, asserendo ed affermando di avere nelle mani certi capitoli, convenzioni e patti da essere stipulati, contrattati e celebrati coll' illustrissimo signor Gentile Virginio Orsini conte dell' Anguillara, sopra la condotta del predetto signor conte Gentile per capitano generale deputato alla custodia del mar Tirreno e della Spiaggia romana, capitoli già conosciuti da sua Santità, e firmati e stabiliti, secondo l'infrascritto tenore; e volendo come si deve obedire al comando sovrano, e provvedere altresì alla sicura navigazione del detto mare ed alla comodità di chiunque vada o venga alla romana Curia, però il predetto reverendissimo signor cardinale Camerlengo coll' intervento, assistenza è consenso dei reverendi in Cristo padri, signor Ascanio vescovo di Rimini e tesorier generale di nostro Signore, e di Giovanni de Gaddi, e di Uberto di Gambara vescovo di Tortona, chierici della Camera apostolica, insieme congregati a questo effetto, e rappresentanti tutta la Camera apostolica, per comandamento di nostro Signore da una parte, ed il predetto illustrissimo signor Gentile Virginio Orsini conte e presente dall' altra parte, intorno alla condotta del predetto Conte per capitan generale sopra la guardia del detto mare e spiaggia, gli uni e l'altro stabilirono, contrassero, e celebrarono i seguenti capitoli, patti e convenzioni, nel modo infrascritto....

eccetera.

<< Fatto in Roma, nel borgo di san Pietro e nel palazzo di residenza del predetto reverendissimo signor cardinale Camarlengo, giorno, mese ed anno come sopra. »

Dunque Paolo III procedeva intorno alle faccende del mare con molta speditezza e sollecitudine: esso

in men di due mesi di già aveva in pronto brevi, strumenti, capitano e squadra. Dodici galèe apparecchiavansi pel Conte: le tre della guardia, permanente in Civitavecchia, e le altre di nuova costruzione acquistate in Genova da Paolo Giustiniani, luogotenente della squadra romana. Paolo, nobile veneto, ed eccellente marino, mostrava tra noi l'istessa bravura e diligenza che tutti in lui avean lodato per l'assedio di Rodi'. Il Conte altresì faceva prodigi: arrolava in pochi giorni millecinquecento fanti, quasi tutti veterani delle bande di Renzo e degli altri della sua casa, cresceva le genti di capo, chiamava marinari e maestranze dalle pro

Bosio, III, 140, E: « Il Papa ajutava l'imperatore con dodici galere, che a sue spese aveva fatto armare in Genova et in Civi tavecchia a carico di Virginio Orsino. »

ARCHIVIO Conventuale dei Domenicani in Civitavecchia, codici intitolati Ricordanze tre volumi in-fol, parv. segnati A. B. C., e codice intitolato Campione, in-fol. e l'altro intitolato Memorie, p. 50: « Paolo terzo fece fare nove galere in Genova, alle quali aggiunse le tre galere che erano solite di guardare la spiaggia, e dello dodici galere fece generale il sig. Virginio Orsini. »

COLECION de documentos ineditos para la historia de España. ed. NAVARRETE, in-8. Madrid, 1843. III, 545: « Carla de Carlos V a la imperadriz, del Caller 12 junio 1535: » Vinieron las tres galeras de Su Santidad con otras nueve que armò en Jenua. »

ALFONSO ULLOA, Vita di Carlo V. in-4. Venezia, 1566, p. 137: « Il papa fece armare nove galere oltre alle tre che aveva prima, dandovi per capo Virginio Orsino. »

RAYNALDUS, Ann., 1534, n. 43: « Pontifex novem triremes in portu Genuensi comparavit, quibus tres alias quæ jam instructæ in portu Centumcellarum erant conjunxit, Virginium Ursinum præfecit.... Adjuncto Paulo Justiniano veneto, navali peritia insigni. »

7 Bosio cit., III, 140, E: « Dando al conte Orsino per luogotenente quel Paolo Giustiaiani, gentiluomo veneziano, del quale sopra facemmo menzione che di Candia aiutata aveva la Religione, mentre in Rodi si trovava, »

IDEM, p. 3, A; et p. 6, E; etc. GUGLIELMOTTI. Guerra de' Pirati.

1.

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vince, raccoglieva vittuaglie e munizioni, metteasi in punto per essere dei primi ad ogni fazione.

E ciò con molta ragione, perchè nell' invernata tutti sparlavano di Barbarossa, e dicevano che dopo il fatto di Tunisi bisognava aspettarsi da quello impigliatore colle forze navali sue proprie, e coll'armata del Sultano, e colle squadre degli altri pirati, di vedere nella prossima primavera soggiogata la Sicilia; o almeno colpite di tal guasto le marine d'Italia, che si dovesse a petto della seconda stimare per nulla la desolazione fattavi nella prima passata. Perciò concorrendo la giustizia della causa, e la necessità della difesa, ed i clamori dei popoli, facilmente si accordarono insieme Carlo imperatore, e papa Paolo, di prevenire i danni proprî, anzi di portare la guerra nel paese nemico, per troncare l'oltracotanza della pirateria, dandole sul capo, e appunto colà nel regno di Tunisi, dove era men fermo, perchè più nuovo e più violento, il suo dominio. A tal fine il Papa rilasciava all' Imperatore le decime del clero; e doppie decime imponeva per tutta l'Italia; per questo la sollecitudine e i rinforzi dell'armamento prescritti all' Orsino; e con impulso straordinario l'apprestamento di navigli, di munizioni e di genti in tutti i porti d'Italia e di Spagna. Il marchese del Vasto metteva assieme dodicimila fanti italiani, bellissima gioventù, solto tre colonnelli; Girolamo Tuttavilla, conte di Sarno, già celebre pei fatti di Corone; Federigo del Carretto, marchese di Finale, alleato del principe Doria; Agostino Spinola, di quella casata che ha dato in ogni tempo eccellenti capitani ed ammiragli. Ottomila fanti tedeschi si

PAULI PP. III, Bulla impositionis duarum decimarum super fructibus ecclesiasticis in tota Italia. BIBL. CASANAT. Collezione grande di Bol'e, editti, bandi, etc. dal principio della stampa fino al presente in più che settanta grossi volumi in-fol. t. I, n. 46.

raccoglievano sotto le bandiere del conte Massimiliano di Herbestein, ed altrettanti spagnuoli col famoso don Fer. nando d' Alarcone. Il principe Doria attendeva all' armata navale ed ai vascelli di trasporto per le munizioni, pei cavalli e per le artiglierie di assedio e da campo; avendogli l'Imperatore fatto intendere secretamente di volersi trovare in persona alla condotta di questa impresa. Per timore di Barbarossa e dei pirati in quest' anno medesimo papa Paolo cominciava a pensare alla fortifica. zione di Roma col Sangallo, al compimento della fortezza di Civitavecchia con Michelangelo, ed ai ristauri della rôcca d'Ostia col Cansacchi.

[2 marzo 1535.]

III.

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La notte seguente al due di marzo il conte dell' Anguillara salpava colle dodici galere da Civitavecchia verso Napoli, ove intendeva congiungersi a don Pietro di Toledo, figliuolo del vicerè e capitano delle galèe del Regno. Ecco un altro documento da intestare nell'archivio domestico al nome del conte Gentile, della cui persona e navigli onorevolmente si parla. Breve e nitida letterina del capitano Giustiniani a Paolo III; scritta in volgare, meno le formole consuete in quel tempo della introduzione e della chiusura che sono in latino":

Beatissimo Padre. Dopo l'umile raccomandazione di me stesso, e dopo baciati i Santi piedi; vengo a dire come credo che Vostra Santità per lettere dell'eccellenza del Conte intenderà che, essendo buon tempo, coll'aiuto

PAOLO GIUSTINIANI, Lettera alla S. di N. S. data da Civitavecchia, 2 marzo 1535 Pubblicata dallo storico giornale romano, intitolato IL SAGGIATORE cit., I, 279, in-8. Roma 1844. « Beatissime Pater, Post humilem recommendationem et pedum oscula beatorum. » - (Il Conte, del quale si parla senza altri aggiunti, è Gentil Virginio, come risulta dal contesto).

Eberster

di Dio questa notte ci partiremo per Napoli, e di là poi anderemo col resto dell' armata a trovare l'eccellenza del signor principe Doria. Le galere di Vostra Santità sono così bene armate, come ogni altra galera che sia per mare. Spero coll'aiuto di Dio, che il Conte mio padrone farà unore a Vostra Santità ed a sè medesimo, ed utilità alla religione cristiana. Io quanto più genuflesso mi raccomando alla Santità Vostra e bacio i santi piedi, pregandola si contenti avere per raccomandati i poveri miei figliuoli, e commettere al reverendo signor Datario che il memoriale dato a Vostra Santità abbia effetto. Bacio i santi piedi, pregando il signore Iddio che sana e felice conservi Vostra Santità. Di Civitavecchia a di 2 marzo 1535. Umile servitore e schiavo, Paolo Giustiniani. »

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[18 aprile 1535.]

-

Tre porti erano stati principalmente assegnati in Italia come centro della spedizione contro Tunisi: Napoli, Genova e Cagliari. Di qua le forze italiche, di là le oltramontane, nel mezzo la convergenza degli uni e degli altri, per procedere unitamente al punto obbiettivo. Il Toledo e l'Orsino, colle ventisei galere dello Stato e del Regno, erano fin dal mese di marzo in Napoli, ed aspettavano Antonio Doria, di nostra conoscenza, che doveva venire con altre ventidue galere scortando le quaranta navi grosse del marchese del Vasto colle fanterie italiane prese a Portovenere. Se non che, pesando ai due primi la tardanza del terzo, uscirongli incontro per congiungersi più presto con lui, che veniva lentamente di porto in porto, pigliando vittuaglia, artiglierie e gente, secondo che ne trovava apparecchiate: e così gli uni e gli altri capitarono a mezza via nel porto di Civitavecchia, dove altresì dovevansi imbarcare alcune

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