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spettava di Barbarossa: anzi da buon musulmano, lodava ai suoi tunisini i meriti di lui in così belle fazioni, la cui fama ad arte si era falta correre in Africa, e per tutto altrove. Pensate se non lo chiamò esso pure pirata e traditore, quando una bella mattina se lo vide accigliato venirgli improvvisamente davanti, entrare nella reggia, e cacciarlo di casa!

Faltosi adunque Barbarossa, per le ladre invasioni sul nostro e sull' altrui, sommamente odioso a tutti i popoli, non altro era a udire in Europa che il grido della pubblica indignazione contro di lui: tutti richiedevano dai Principi, dall' Imperatore e dal Papa che si dovesse subito subito fiaccargli l'orgoglio.

[23 settembre 1534.]

Era allora nell' ultima infermità papa Clemente: nondimeno i ministri ordinarono la leva in massa dentro Roma, il rinforzo delle guardie pel littorale, l'armamento della fortezza di Civitavecchia, l' apparecchio della squadra navale, e la compra di altre sette galèe commisero al capitano Paolo Giustiniani luogotenente del Salviati. Ma essendo poco dopo, addi venticinque di settembre, mancato di vita l'istesso Pontefice, restarono le maggiori provvisioni riservate al successore, come vedremo nell' altro libro 86.

[Ottobre 1534.]

Il Salviati intanto, afflitto e pensieroso per la morte dello zio, rassegnava al nuovo Pontefice i ricchi e nobili

86 GUALTERIUS cit., Mss. : « Die vigesima quinta septembris hora decima-octava et media Clemens VII obiit Romae, et die vigesima sexta sepelitur in Ecclesia sancti Petri. » (Donde fu poi trasportato al nobil tumulo che tuttavia si mantiene nel coro della Minerva, rimpetto a Leon X.)

RAYNALDUS, Ann., 1534, n. 68.

uffici che aveva dal precessore ricevuti, e tra essi la castellania di Civitavecchia e il generalato delle galèe, perchè ne disponesse a suo piacimento. Accettata la dimissione, restavasi in Roma col titolo di ambasciatore ordinario e di procurator generale del suo Ordine gerosolimitano presso la santa Sede. Dopo qualche tempo, legato come era dai voti solenni della professione religiosa, e adulto negli anni, lasciò la spada, prese gli ordini sacri, e si ridusse in Parigi presso la cugina, dalla quale fu nominato elemosiniero di Francia, e vescovo di Chiaramonte. Finalmente ebbe il cardinalato da Pio IV, e mori in Roma addi sei di maggio del 1568. Le sue benemerenze si ricordano ancora dai Romani per quel suntuoso palazzo che tuttavia mantiene il nome dei principi Salviati suoi successori ed eredi, sulla riva destra. del Tevere di fronte al porto Leonino, architettato da Nanni di Baccio Bigio 7. Palazzo da Bernardo Salviati con grandissimo dispendio fabbricato in Roma a imitazione di Andrea Doria in Genova, per onorarvi, se il caso ne venisse, con splendida accoglienza il Re e i Reali di Francia, come l' altro vi menava in trionfo l'Imperatore e gl' Infanti di Spagna.

87 VASARI, ed. Le Monnier, XIII, 125, 2.

LIBRO SESTO.

Capitano Gentil Virginio Orsini,
conte dell' Anguillara.

[1534-1548.]

PARTE PRIMA.

DAL 34 AL 37.

SOMMARIO DEI CAPITOLI.

I — Paolo III e il conte dell' Anguillara. capitano, e brevetto (20 novembre 1534).

II.

1534).

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Capitoli e strumento della condotta (2 dicembre Paolo Giustiniani luogotenente, ed altri ufficiali.

Disegni contro Barbarossa (febbrajo 1535).

III. Dodici galèe alla vela (2 marzo 1535). e documento.

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Partenza

Raunanza di navigli in Civitavecchia, e ar-
Pregi del porto.

rivo del Papa (20 aprile).

IV.

-

La benedizione e la medaglia di papa Paolo

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(23 aprile). Sua dimora in Civitavecchia. della fortezza e mastio ottagono primitivo. V. L'armata in Cagliari.

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Compimento

Carlo V sulla imperiale

- Prevalenza delle galèe sulle navi. — Le Poliremi. Ordinanza e bandiere. In Africa

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Incaglio della Imperiale. Detto e fatto di Andrea. Golfo di Tunisi (25 giugno 1535).

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La Goletta. Le fortificazioni vecchie e nuove. – L'armata dei pirati nello stagno. - Errore di Barbarossa. Sue forze e seguaci (luglio 1535).

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- L'assedio e le trinMortalità dei nostri.

- Combattimenti e sortite.
Batteria generale di terra e di mare.

VIII.

--

Mano

vra speciale delle galere. Distruzione delle difese. Assalto alla Goletta, vittoria e conseguenze (14 luglio 1535). Fieri propositi di Barbarossa contro i suoi. Risposta del Giudéo. I consiglieri di Carlo V. — L'Orsino

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propone l' espugnazione di Tunisi. — Marcia dell'esercito cristiano. Campo di Barbarossa e sua ritirata (19 luglio 1535). X. Gli schiavi cristiani in Tunisi minacciati di esterminio Parere del Giudéo. Condizione dei rinnegati, e

degli schiavi. Accordo tra loro. Sollevazione interna e vittoria dell' esercito cristiano.

Fuga di Barbarossa e del

Giudèo, morte di Cacciadiavoli (21 luglio 1535).

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XI. Carlo in Tunisi. Patti col nuovo Re. L'Orsino porta in Roma i serrami di Tunisi. — Lapida al Vaticano senza il suo nome! (agosto e dicembre 1535).

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XII. Carlo in Roma e querele contro Francesco per Milano (5 aprile 1536) Chiamata dei Turchi. Armamenti di Solimano, e provvidenze del Papa (1536).

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XIII. Paolo III in Civitavecchia per gli armamenti (aprile 1537). — I Turchi pigliano Castro nella Puglia (8 lụglio 1537). L'Orsino con sei galee unito all' armata del Doria. Cacciata dei convogli nemici (10 luglio 1537).

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XIV.

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Presi ed arsi quattordici schirazzi (13 luglio). - Due galere e una galeotta gittate a traverso.— Il Bey, prigioniero dei Cimmeriotti, incolpa i Veneziani.—Solimano dichiara guerra a Venezia, e richiama i suoi dalla Puglia (20 luglio 1537). XV.

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Crociera per proteggere i Veneziani. Combat-
Valore fa numero.

timento di quaranta contró dodici.
Vittoria stentata dei nostri.

conchiudono (23 luglio).

- I pezzi di mezzania sulle galėe

XVI. Risarcimenti al Pacso.

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Ritorno a Messina. Feste dei Siciliani. Difesa dei Veneti. Ritirata di Solimano (settembre 1537).

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XVII. Venuta dei Francesi in Italia e loro rovesci. Spedizione per richiamare Solimano. Fazioni dell' armata. Ritorno di tutti ai loro porti (ottobre 1537).

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