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La mestizia, compagna indivisibile di qualunque dipartita, mi torna ora più acerba nel dire l'estremo vale al primo Capitano venutomi innanzi nel primo libro. E, poichè altrimenti non potrei crescergli onoranza, mi sarà concesso dedicare al suo nome la continuazione del libro medesimo, senza mutarne il titolo. Tanto più che le imprese migliori seguono nel corso dell' istesso anno per opera dei compagni, dei navigli e degli ufficiali addestrati da lui.

[Aprile 1502.]

IX.

Squilla dunque un'altra volta sulle marine del Tevere la tromba di giusta guerra contro Turchi e pirati: ed io là mi volgo, dove i cavalieri di Rodi ei Veneziani già combattono contro il nemico comune, aspettando alle armi loro incremento di riputazione e di conforto dalle armi di Roma. Papa Alessandro, memore delle promesse, intima la partenza alle sei galere tornate dall' Elba col capitano Lorenzo Mutini, ne spedisce altre due venute di Ancona col capitano Cintio Benincasa; e pel compimento di maggior numero manda a Venezia quello stesso Angelo Leonini, vescovo di Tivoli, che dalla prima gioventù erasi mostrato destro e valente in simili maneggi, come altrove si è detto . In somma tredici galere, alcuni brigantini, dumila cinquecento fanti delle bande borgiane, e per commissario straordinario Giacopo da Pesaro, vescovo Pafense, infino a tanto che non ne desse il comando al cardinale grammaestro di Rodi 37.

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36 UGHELLUS, Italia sacra, inter Tiburtin., I, 1312.
P. A. G., Marina del Medio èvo, II, 397, 403.

37 MARINO SANUDO, giuniore, Diari, mss. alla Marciana, t. IV, p. 87, 88: « Aprile 1502: El Papa vuole armar quatordici galie.... più vuole haver in campagna ottocento uomini d'arme.... vuole armar vinti galie, cinque in Venezia, l'altre in Ancona. »

RAYNALDUS, Ann., 1502, n. 20: « Pontificia classis.... Jacobo

La corte di Roma, tenace delle antiche costumanze, ritorna all'antico: e dopo la morte di un capitano laicale sostituisce due ecclesiastici. Un vescovo per commissario, e un cardinale per comandante; come si usava nel Medio èvo, massime nelle imprese contro infedeli. Era l'uso del tempo, non solamente in Roma, ma in ogni altra parte d' Europa: e cesserà la maraviglia chi sappia come in Francia infino ai tempi di Luigi XIV v' avea vescovi e cardinali per capitani di vascelli é di galèe e di armate navali, largamente ricordati sopra autentici documenti dello storiografo più recente della marina francese 38.

Il vescovo Giacopo da Pesaro di gran nascita tra i Veneziani, e di non minore esperienza nelle cose del mare, fresco di età, di bell'aspetto e prode, a chi ne cerca si mostra tuttavia quasi vivo per mano di Tiziano ritratto in una tavola di altare nella chiesa dei Frari a Venezia, genuflesso innanzi a san Pietro, e da lui fisamente riguardato con occhio affettuoso in grazia dei servigi resi alla causa del cristianesimo 39: si mostra altresi scolpito in bianco marmo nel mausoleo della famiglia con una sentenziosa iscrizione che lo ricorda vissuto per anni ottantuno, come si dice di Platone: episcopo paphensi prœfecto, tresdecim tantum navium (cum viginti Alexander esset pollicitus per apostolicas litteras) Venetis se conjunxit.»

Bosio cit., II, 559, E; 543, E; 544, ult,

38 A. JAL, Abraham Duquesne et la marine de son temps. Parigi, in-8. 1873, Henry Plon., I, 61 : « Pour commander les armées du Roy.... Gabriel de Beauveau de Rivarenne, évêque élu de Nantes.... » p. 64: « M. Henry d'Esconbleau de Sourdis archevêque de Bordeaux, pour commander l'armée navale. » p. 101 : « Le cardinal de la Vallette, bon soldat, avait bien servi à la direction du corps d'armée. » p. 129: « Galère ducale.... dont le cardinal était capitaine. » p. 594: « Monseigneur de Sourdis archevêque de Bordeaux a une esquadre, et va à Fontarabia. » ec.

89 VASARI, ediz. Le Monnier, XIII, 26: « Tiziano.... nella chiesa

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e più anche al nostro proposito si mostra negli annali ecclesiastici pel diploma di papa Alessandro, che qui traduco nel nostro volgare dal testo latino pubblicato nell'opera del Rainaldo : Al venerabile fratello, Giacopo vescovo di Pafo, nuncio e commissario nostro, salute ec. Alessandro papa sesto ec. Avendo noi per difesa della cristianità deliberato di mandare la nostra armata navale contro i Turchi oppressori e nemici del nome cristiano, ci bisogna un prefetto che ne prenda il carico, e la conduca al diletto figliuolo nostro Pietro di sant' Adriano, diacono cardinale e grammaestro dell'ospedale di san Giovanni gerosolimitano; personaggio già sopra questa guerra, per consiglio dei venerabili fratelli nostri, Cardinali di santa romana Chiesa, eletto e costituito Legato nostro e della Sede apostolica coll'autorità di governare e provvedere alla detta armata. Or dunque, sperando bene di te e della tua pru

dei frati Minori.... alla cappella di quelli ca da' Pesari, fece in una tavola la Madonna col figliuolo in braccio, un san Piero e un san Giorgio, ed attorno i padroni ginocchioni ritratti di naturale; infra i quali è il vescovo di Baffo ed il fratello, tornati allora dalla vittoria che ebbe detto vescovo contro i Turchi. »

A. EMMANUELE CICOGNA, Le iscrizioni veneziane, in-4. 1830,

III, 269:

JACOBUS. PISAURUS

PAPHI. EPISCOPUS

QUI TURCAS. BELLO. SEIPSUM. PACE. VINCEBAT

EX. NOBILI. INTER. VENETOS. AD. NOBILIOREM. INTER. ANGELOS

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denza, destrezza e prontitudine nell'eseguire fedelmente gli ordini nostri, ti abbiamo nominato nuncio e commissario della armata medesima al fine di reggerla, di condurla all' istesso cardinale Legato e di rassegnargliela da parte nostra, e di seguirlo nelle spedizioni che vorrà fare. Intanto tu avrai facoltà di comandare, di mettere e togliere gli ufficiali, di punire i delinquenti, e di fare ogni altra cosa necessaria ed opportuna al predetto fine, secondo che richiede l' onor nostro e della santa Sede, e insieme il buon governo e condotta della stessa armata. Laonde per autorità apostolica, a tenore delle presenti ti facciamo, nominiamo, e deputiamo nuncio e commissario per eseguire i già detti ordinamenti, ec. Dato a Roma, presso san Pietro, addi venti d'aprile dell'anno 1502, del nostro pontificato anno decimo. » [Luglio 1502.]

Prese le lettere, Giacopo navigò difilato all' isola del Cerigo, dove erano ad aspettarlo cinquanta galèe di Venezia sotto Benedetto da Pesaro suo fratello; più tre galere di Rodi, comandate dal cavalier di Scalenghe; e quattro di Francia col capitano Prégeant de Bidoux, cavaliere gerosolimitano, chiamato dai nostri Piergianni, uomo assai noto nella storia del suo paese, per essere stato dei primi a rilevare colà le arti marinaresche *1. Piergianni voleva in breve tornarsene a ponente, i Gerosolimitani dovevano proseguire verso Rodi, e i Veneti, già padroni del mare per averne cacciato il nemico, divisavano congiungersi coll'armata di Roma per

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41 ANSELME GUIBOURS, Histoire généalogique de France, in-fol. Parigi, 1726-33, VII, 923.

LEON GUERIN, Histoire maritime de France, in-8. Parigi, 1843, II, 405.

V. appresso la nota 49.

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gittarsi improvvisamente sull'isola di Santamaura, e toglierla dalle mani dei Turchi. Avrebbe voluto Giacopo, secondo gli ordini di papa Alessandro, condursi oltre fino a Rodi, e rassegnare il naviglio e le genti al cardinale Legato: ma stretto dalle preghiere e dalle ragioni dei Signori veneziani, ebbe per bene di compiacerli e di restarsi con loro, non inviando altri al Grammaestro che il capitano Cintio Benincasa con una sola galèa per fare le sue scuse e portargli le lettere che da Roma e dal Cerigo gli si mandavano.

X. Cintio nobile anconitano, come tutti sanno, specialmente nella sua patria, dove tuttavia si mantiene nell'antico splendore la famiglia dei marchesi Benincasa, era cavaliero destro e valente tanto nelle armi quanto nelle lettere; capitano, oratore e poeta di chiara fama; accetto nelle corti dei principi, feudatario del re d'Ungheria; ed uomo (secondo la tempra delle nostre città marittime) atto ad ogni cosa onorata e forte. Nelle arti marinaresche poi eccellentissimo per tradizione dei suoi maggiori, tra i quali primeggia Grazioso Benincasa, autore di un Portolano composto nel 1435, non sopra altre carte, ma (come egli stesso scrive) tratto dal vero, toccato colle mani e veduto cogli occhi. Portolano in dieci o dodici esemplari autografi tutti bellissimi, che si conservano ancora negli scrigni di Ancona, e di altre biblioteche in Europa; noverandoci anche quello di Andrea, figlio di Grazioso, custodito nella biblioteca di Ginevra. Non mi dilungo, quantunque richiesto, appresso agli antichi portolani, e molto meno appresso alle carte marine dei secoli passati, perchè è impossibile trattarne a dovere senza il sussidio delle figure e delle tavole, che non rilevano a' miei editori. Valgami il desiderio. di saperle una volta tutte raccolte e riprodotte a facsimile in grandioso Atlante per soddisfare alle ricerche

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