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e la forma della nuova cinta. Convennero quegli stessi capitani ed architetti, che poscia nel dicembre seguirono papa Leone verso Bologna incontro a Francesco re di Francia, secondo il partito preso quivi stesso in Civitavecchia sulla fine d'ottobre al primo annunzio del pericolo, come narra Paride de Grassi 17. Necessaria avvertenza cronologica per istabilire con certezza il fatto e il tempo.

Ragionandosi dunque colà di fortificare detto luogo (come ben dice il Vasari), cioè la città intiera, non un pezzo della rôcca vecchia o della nuova (come altri confondono al solito), tra quei signori ed architetti, e tra i diversi pareri, Antonio il giovane da Sangallo, afferrata la bella occasione di mostrare alla corte, ai mecenati e a ogni altro il valor suo, e quanto degnamente fosse stato eletto tre mesi prima all' eminente ufficio di architetto di san Pietro, spiegò i suoi cartoni, e mostrò il disegno compiuto di tutta l'opera, che fu approvato dal Papa e dagli altri, come di tutti il migliore per giudizio, per arte, per eleganza, e per fortezza 18. Dunque non

17 PARIS DE GRASSIS, cit.: « Die prima mensis octobris MDXV Papa discessit ab Urbe versus Viterbium, Montem Faliscorum, Tuscanellam et Centumcellas seu Civitatem Veterem. Ubi cum esset nuncíatum est, regem Francorum, qui nuper Mediolanum in potestatem suam redegerat, velle ad Papam personaliter cum exercitu suo venire. Unde Papa veritus ne quid novitatis in transitu machinaretur operatus est ut ipse ad Bononiam cum omni curia transcenderet. »

AMMIRATO, cit., 347: « Non era il Pontefice senza sospetto, che il Re vittorioso non si volgesse contro Toscana e contro Roma. » RAINALDUS, Ann. Eccl. 1515, n. 20 e segg.

18 VASARI, cit., ed. Le Monnier, X, 6: « Andando poi il Papa a Civitavecchia per fortificarla, e in compagnia di esso infiniti signori, e fra gli altri Giovan Paulo Baglioni, e il signor Vitello, e similmente di persone ingegnose Pietro Navarra, ed Antonio Marchisio.... e ragionandosi di fortificar detto luogo, infinite e varie circa ciò furono le opinioni; e chi un disegno chi un altro facendo, Antonio fra

ciance o ciarpe vecchie, salmisia, ma progressi importanti dell'arte nuova.

Antonio, iniziato ai principî dell'architettura militare dagli zii, e poi seguace di Bramante non solo nel corridojo di castel Santangelo, ma anche nella rôcca nuova di Civitavecchia, come dimostrerò coi suoi autografi, già conosceva il terreno, e già aveva in pronto il risultamento dei suoi studî: una cinta bastionata alla moderna, con sette baluardi reali da circondare la darsena e la città da un mare all'altro, appoggiando gli estremi alle due rôcche. Quali si mostrano i quattro disegni originali di sua mano che si conservano alla Galleria di Firenze, e gli altri tre che vi ho trovato io stesso, tali i lavori eseguiti in Civitavecchia nell' istesso secolo e tuttavia esistenti, conformi ai medesimi disegni; tale la pianta identica degli originali e della esecuzione intagliata sopra quattro medaglie del secolo decimosesto. Dunque rive. lazioni importantissime per la storia dell' arte, che oramai ci viene sicura, dimostrata, e più antica che altri non avesse pensato o scritto. Falso il primato del Sammicheli, secondario il magisterio del Martini. Il primo baluardo esiste ancora in Ostia dal 1483 per opera di Giuliano da Sangallo, il primo pentagono bastionato esiste ancora in Civitacastellana dal 1496 per opera di Antonio suo fratello, la prima fortezza quadrata con quattro baluardi a musone esiste ancora dal 1501 per opera dello stesso; e la prima cinta reale di piazza d'arme, coll' ordine rinforzato a fianchi doppi, esiste ancora in Civitavecchia dal 1515, per opera del nipote. Non avremo più a perderci in dubbii e in congetture appresso ad altri misa

tanti ne spiegò loro uno, il quale fu confermato dal Papa e da quei signori ed architetti, come di tutti migliore per bellezza e fortezza, e bellissime ed ulili considerazioni: onde Antonio ne venne in grandissimo credito appresso la Corte. »

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giati ricordi di fortificazioni, posteriori di data, e da lunga pezza distrutte 19: ma verrà la storia nuova sopra Monumenti primitivi, di epoca certa, tuttavia esistenti, e conformi ai disegni originali dei classici, conservati infino a oggi. La somma di queste cose io scrivevo del 1858 nel giornale delle Strade ferrate 20 quando niuno dei miei maestri (anche dopo compiuta l'edizione del Vasari pel Le Monnier) nè in Roma, nè in Italia, nè fuori pensava punto a queste nuove dimostrazioni, colle quali e con altre simili tratterò io la storia dell'architettura militare senza allontanarini dalla spiaggia romana, come si vedrà nel mio libro della fortificazione. Non intendo a pretensioni, ma alla verità che torna onorevole a tutti.

Antonio allora aggiunse agli uffici suoi di Roma la direzione dei lavori di Civitavecchia, andandovi spesso e tornandone, secondo il bisogno. E quantunque egli cominciasse l'opera di terra e fascine, riservando a miglior tempo l'incamiciatura; nondimeno murò quattro porte, due dalla parte della campagna e due alla marina, sulle quali esso stesso pose lo stemma delle sei palle di papa Leone 21;

19 CARLO PROMIS, Gli ingegneri militari che operarono e scrissero in Piemonte dal 1300 al 1650, in-8. Torino, 1871, p. 22, novera tra le primitive Nizza del 1517, Piacenza del 1518, Bari del 1520, Firenze del 1523; e non fa motto di Civitavecchia del 1515 anteriore a tutte le sue primitive, e più delle altre conservata.

20 LE STRADE FERRATE, giornale romano ebdomadario, diretto dal cav. LUIGI MANZI. Anno secondo, numeri 22 e 23, colla data della loro pubblicazione nel venti e ventisette novembre 1858. - Richiamato nel giornale Arcadico di Roma immediatamente per la rivista seguente tra le varietà, e ripetuto nel primo paragrafo della mia scrittura sui bastioni di Civitavecchia colla data del 28 aprile 1860.

21 ARCHIVIO STOR. ITAL., Notizie artistiche, cavate dall' ARCHIVIO SECRETO VATICANO e pubblicate da ALBERTO ZAHN, in-8. Firenze, 1867, VI, 1, 184: « Magistro Antonio da Santo Gallo, ducati quaranta, addr 15 giugno 1519, quali sono per pagare quattro pezzi

e questo fu addi quindici giugno del diciannove. Il mese seguente addi ventisette luglio dello stesso anno Antonio fece incastrare attorno alla darsena le teste di bronzo che ancora si vedono, e sono chiamate dai civitavecchiesi i Mascheroni: cioè una diecina di teschi a ceffo leonino, disegnati da mano maestra di vivissima bizzarria, e gittati in metallo colle zanne sporgenti e le labbra accartocciale per sostenere fermamente e penzoloni gli anelli massicci pur di bronzo, dove i bastimenti danno volta ai cavi di posta in alto, tanto da poter camminare per le banchine senza inciampare a ogni passo tra i cánapi. Gli anelli ritraggono le forme consuete del cinquecento colla gemma piramidale a quattro faccie nel castone: in somma l'anello mediceo. Il getto si dice fatto da Giacopo dell'Opera, cui si pagano cento ducati a buon conto". Col nome dell'Opera abbiamo notissimo tra gli artisti un Giovanni, detto pur delle Corniole, discendente di tessitori di drappi a opera, donde il soprannome della famiglia. Giovanni, morto in Firenze nel 1516, lasciò eredi i nipoti, figli di Francesco suo fratello; uno dei quali avrebbe a essere il nostro Jacopo

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Dunque Antonio costruiva la cinta bastionata, murava le porte, metteva gli stemmi, incastrava cogli arpesi i mascheroni, piombinava nella darsena, ristaurava il porto, la bocca e il molo grande 2: e tanto era attac

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di marmi a magistro Pietro Stella, per quattro arme che vanno a Civitavecchia. »>

Item dal periodico di Roma, intitolato al BUONARROTI, anno 1871. Agosto, p. 246.

22 ARCHIVIO e BUONARROTI, cit., ut sup. « Addì 27 luglio 1519 Magistro Jacopo dell' Opera a buon conto sopra le teste di bronzo vanno a Civitavecchia, duc. 100. »

23 MILANESI e PINI, Corrispondenza di artisti. La vita e l'autografo di Gio. dell' Opera.

24 ARCHIVIO, ut sup. citato pur nel BUONARROTI, p. 246:

cato a quel luogo, che dopo cinque lustri continuavasi a solennizzare colà le care memorie della sua prima comparsa, scrivendo di suo pugno : « Colubrina di mastro Andrea. Questa Colubrina ò fatto la prova a Civitavecchia, addì dieci ottobre 1538. »

[26 Aprile 1516.]

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V. Intanto che le nostre marine contro ai pirati fortificavansi, Curtógoli crescendo di ardimento e di potenza teneva in continuo fastidio le campagne littorane, e sul mare moltiplicava i danni. Costui turco d'origine (Kurdogli) gran maestro della grande pirateria, d'intesa coll' imperatore di Costantinopoli, erasi stabilito in Biserta del regno di Tunisi, più tosto principe che ospite, con trenta bastimenti da corso e quasi seimila ladroni al suo comando; coi quali intendeva nuocere a ogni altro cristiano o islamita, tanto sol che giovasse agli interessi della crescente razza piratica. Però non ostante il trattato di commercio e di amicizia tra il re di Tunisi e i Genovesi, aveva menato prede dalla Liguria, e sottomessa a tradimento una galera della guardia. Quest' anno del sedici alla primavera contava già presi diciotto bastimenti siciliani con tutto il carico di frumenti; e lo sciame crescente dei ladroni venivagli appresso con molti bastimenti da remo, ronzando sulle spiagge dell'Etruria marittima. Papa Leone con pressa grande scri

« A 20 novembre 1519 a maestro Ant. da Santo Gallo per acconciar la bocca del porto di Civitavecchia, el pagare li maestri del molo grande, duc. 500. »

« 3 Ottobre 1520. A messer Filippo Argenti per conto del molo grande di Civitavecchia, et fundamento del Palazzo, a conto, duc. 500. »

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ANTONIO PICCONI da SANGALLO, Mss. alla Galleria di Firenze, citati nelle note e commentarii del Vasari, ediz. Le Monnier, cit., X, 83.

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