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Baldassarre e Giovanni vuolsi notare che al figlio si dà soltanto il titolo di Prefetto, per non menomare l'autorità del padre: e quando pur negli ultimi capitoli il notajo lascia correre la voce di Capitano, subito la spiega e restringe, appiccandole allato l' interpretazione limitativa alla sola prefettura della guardia permanente. Giovanni istesso nella firma prima segna assolutamente nobile genovese, poi circoscrive il capitanato alla prefettura, e il generalato alla guardia della spiaggia.

Sotto pena anche maggiore, e meglio diremmo massima, di ducati diecimila, si obbliga Giovanni pel capitolo decimoquinto a tenersi sempre bene armato, e col pieno della gente, e pronto a dar la mostra in ogni luogo e tempo che verrà richiesto, perchè non abbia mai a prendere fidanza di poter nascondere la sua diffalta.

Pel caso di guerra viva, papa Giulio tempera nel suo capitolo decimosettimo il tenore assoluto del decimoquinto di papa Alessandro. Si ripete nell' uno e nell'altro l'obbligo del Capitano di tenere per amici e per nemici gli amici ed inimici di sua Santità; ma Giulio ci aggiugne il nome della santa romana Chiesa. Con ciò fa manifesto di volere amicizie ed ostilità giustificate da ragioni di ordine superiore alla personalità privata.

L'uso antichissimo del condannare i malfattori alla pena del remo viene espresso nel capitolo decimottavo, con una giunta straordinaria. Si tratta di mettere a remigare per un anno anche i condannati a morte; ai quali senza ingiuria pensavano di poter concedere un anno di vita, perchè alla società oltraggiata dai loro misfatti venisse compenso con qualche servigio di pubblica utilità. Trapela eziandio dal capitolo medesimo alcun disegno non totalmente maturo del legislatore intorno a questa materia: e si potrebbe forse pensare alla com

mutazione della pena; sì veramente che gli sciagurati nell'annata dessero qualche segno di resipiscenza, e qualche speranza di miglior costrutto. Il numero totale della ciurma in ciascuna galèa risulta dal capitolo vigesimosecondo pei numeri settanta più ottanta, che fanno cencinquanta rèmigi: dunque a tre per remo, ciò è dire tre persone per ogni remo lungo, armato a terzeruolo. Misera la condizione dei rematori nella galèa: notte e giorno in catena, e costretti col nerbo a gravissime fatiche. Loro alloggiamento tra i banchi, unico riparo dalle intemperie la tenda, quando pur poteasi fare: niun soldo, vestito simile ai bonavoglia, come dirò altrove; e per vilto giornaliero tre libbre di biscotto e una minestra di fava all'olio. Dicevano bene que' signori dell'istrumento che altrettanto valeva la pena di morte.

Finalmente gli ultimi capitoli mostrano chiaro come ogni stato presso alla riva del mare, grande o piccolo che sia, ha bisogno continuo di forze navali; non solo per la difesa delle persone e per la tutela delle leggi, ma anche per quei molteplici servigi, che nello strumento si comprendono sotto la generica denominazione di missioni straordinarie.

[3 Maggio 1542.)

XVII. Fra le quali spedizioni sarebbe stata sommamente importante e desiderabile la mossa del Capitano e de' bastimenti di Roma, cogli altri delle potenze cristiane, contro i temerarî di Costantinopoli per arrestarne l'invasioni; o almeno contro i pirati dell' Arcipelago dello Jonio e dell' Africa per ricuperare i legni perduti e per disciogliere le catene alle migliaja dei Cristiani miseramente gementi nella schiavitù. Di là voci arrochite nel pianto, e lettere vergate da livide mani chie

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devano soccorso; di qua ogni cuor generoso rincalzava le stesse risposte: ed i padri del concilio convocato da papa Giulio al Laterano, fin dalla prima sessione, tenuta a tre di maggio, proponevano l'alleanza dei fedeli contro gl' insulti perpetui, spietati e insopportabili del nemico comune. Uno dei vescovi, interprete degli altrui desideri, e costretto dal proprio dovere, alla presenza del Pontefice e di tutto il solenne consesso, così favellava in quel giorno : « Certamente senza sospiri, senza lacrime e senza il massimo cordoglio non posso rammentare io, non che esprimere, l'oltracotanza, l'immanità e la rabbia dei Turchi.... Non entro nel pelago dei mali da noi patiti pei tempi passati, dico soltanto di ciò che adesso soffriamo.... Frequenti gl' insulti di guerre ingiuste, continue le scorrerie di ladronecci disumani: i figli strappati dalle braccia dei genitori, i bambini dal seno delle madri, le spose violate al cospetto degli uomini, le vergini tratte a barbariche libidini, i vecchi come inutile ingombro sgozzati in mezzo alla famiglia, la gioventù come giumenti condannata alla gleba. Queste nequizie non ho letto io nelle carte, nè mi sono state raccontate da altri. Io stesso, io continuamente le vedo. Io dalle mura di Spalatro, mia sede arcivescovile, osservo i ladroni a torme saccheggiare i borghi, e mettere a soqquadro le campagne col ferro e col fuoco, e menar cattivi in gran numero i figli miei dell' uno e dell' altro sesso, che son pur figli vostri, o Padre beatissimo. Le stesse scelleratezze nei loro distretti provano i miei dodici suffraganei. E se volete altri testimoni,

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ACTA Concilii Lateranensis quinti generalis novissimi sub Julio II et Leone X celebrati; in Collect. Concilior., edit. a Labbeo et Cossartio, in-fol. Venezia, 1732, XIX, 700: « Sessio prima, die 111 maji MDXII. - « Bernardi Zane archiepiscopi Spalatensis oratio habita in prima sessione, præsente Julio II P. M. »

maggiori di ogni eccezione, eccovi qui dinanzi i vescovi dell' Ungheria, e l'amplissimo primate di quel regno infelice; essi vi dicono altrettanto.... Spesso spesso siamo costretti, ed io misero altresì, sospendere a mezzo gli uffici divini, uscir dalla chiesa, deporre la cappa, vestire di piastra e di maglia, e correre alle porte per confortare il popolo afflitto, per fargli cuore, e per condurlo contro i nemici assetati del nostro sangue. »

[21 febbrajo 4513.]

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A questi sentimenti espressi dalla bocca dei padri rispondevano i popoli, plaudivano i Romani, massime quelli che ricordavano la impresa di Santamaura o per fatto proprio o per domestica tradizione. La grande alleanza e la mossa generale contro i tiranni di Costantinopoli, e contro i pirati di Barberia, nel cuore e sulle labbra di tutti, parevano imminenti: e Giulio istesso se ne mostrava ed erane al pari di ogni altro fervidamente desideroso 8. Ma io son costretto a troncare il discorso e a tacermi, sì come improvvisamente si tacque papa Giulio la mattina del ventuno di febbrajo, itone il magnanimo spirito in luogo più conforme alla sua grandezza. Rotte le pratiche, sospeso il concilio, aperto il conclave, finito il capitanato di Baldassarre. Nel congedarmi da lui, secondo le convenienze, vorrei almeno di volo toccare i fatti successivi della sua vita privata e pubblica nella sua patria: ma ogni ricerca essendomi tornata vana, mi bisogna senz' altro star contento a ricordare la stima da lui goduta nella corte di Roma, fin

48 PAOLO GIOVIO, vescovo di Nocera, Consiglio intorno al modo di fare l'impresa contro infedeli, secondo la consulta fatta dal Papa, in-4. Venezia, 1608. Traduzione di M. LODOVICO DOMENICHI, in fine alle Storie.

chè visse il suo protettore e concittadino. Ma di Giovanni suo figlio, e di Antonio suo congiunto, i quali nella squadra permanente e nella riserva continuarono a militare tra noi anche dopo l'elezione del nuovo Pontefice, farò menzione, come verranno, sotto il supremo comando dell' altro Capitano che darà il nome al terzo libro.

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