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sentivano risultare una delle più belle dimostrazioni dell'utile esercizio che i pontefici hanno fatto della loro temporale sovranità.

Io pertanto m'intrametto a produrre fuori le notizie che sono più rare e meno trattate nella storia dello Stato ecclesiastico, ed appoggiato alla testimonianza di antichi scrittori e di autorevoli documenti m'ingegnerò comporle insieme secondo il preciso discorso dialettico, informando il racconto con tutti quei particolari che risultano dalle intrinseche cagioni, dagli effetti naturali e dalle circostanze necessarie; e sopra ci metterò quanta chiarezza io possa trarre dalla storia degli uomini e dei costumi, degli amici e dei nimici, delle città e dei porti, talchè la luce di ogni parte raccolta si concentri a rischiarare dal primo cominciamento all'ultimo termine il subbietto che ho preso a svolgere.

Così dunque do mano al primo libro che dall'anno settecento e ventotto al mille e ottantotto trascorrendo conterrà le memorie dello sforzo grande pel quale le marine nostre si riscossero dalle molestie dei greci e dalle invasioni dei saracini : città distrutte e risorte, battaglie di terra e di mare, le famose navali vittorie ottenute nelle acque di Ostia del Garigliano e di Luni, le due spedizioni contro ai mori di Cartagine, la venuta degli africani sotto le mura di Roma, i trattati di mutuo soccorso marittimo promossi dai papi con gl'imperadori e con le città italiane, gli armamenti primitivi del naviglio pontificio, le imprese di Giovanni ottavo e degli altri pontefici daranno argomento a incominciare la narrazione. E siccome il primo fatto mi conduce al porto di Civitavecchia del quale qui appresso dovrò sovente far menzione, così stimo conveniente premetterne alcuni cenni storici, affinchè restino meglio conosciuti quel porto e quella città che una volta erano come esser dovranno di grandissima rilevanza nelle cose del mare.

III. — La origine di Civitavecchia, secondo che ne scrivono gli storici suoi, dovrebbe ripetersi sino dalla rimotissima an

1. Antichità e memorie di Civitavecchia scritte da ARCANGELO MOLLETTI nobile cittadino inedite e manoscritte in-4. Bib. Cas. E. IV. 18.

DOTTOR GAETANO TORRACA. Le Terme Taurine e le memorie cronologiche di Civitavecchia in-4. Roma 1761.

tichità dei tempi etruschi. Io non imprenderò a farmi mallevadore di tale sentenza; ma le altrui opinioni probabili recitando senza accrescere nè sminuire autorità alle medesime, dirò che i classici latini tanto storici e geografi, che oratori e poeti 2 collocarono nello spazio ove ora è Civitavecchia, tra i due fiumi il Ceretano ed il Minione, dopo Gravisca e prima di Ceri, collocarono io dico nel posto intermedio un popolo di antica nominanza cui Virgilio chiamò Pyrgi veteres, i pirghi vecchi, i vecchi castelli, ed i pirgi antichi come traducono Leandro Alberti il Guarnacci ed il Caro. Dagli stessi autori si rileva che i pirgensi o pirgani abitarono intorno ai lidi che attualmente sono della provincia civitavecchiese per tutto quello spazio ch'è circoscritto dai fiumi predetti; ch'ebbero quivi una città primaria o metropoli, con altre castella nel nome e nel fatto munitissime *. Uno di tali castelli e forse il più vecchio Pirgo si vuole che fosse nel luogo istesso ov'è Civitavecchia; e le altre sedi dei

MARCHESE ANTIGONO FRANGIPANI. Storia dell'antichissima citta di Civitavecchia, dedicata a papa Clemente XIII. in-4. Roma 1761.

CAVALIER PIETRO MANZI. Stato antico ed attuale del porto, città e provincia di Civitavecchia in-8. Prato, Giacchetti, 1837.

ARCIVESCOVO VINCENZO ANNOVAZZI. Storia di Civitavecchia dalla sua origine al 1848. in 4. Roma 1853.

2. VIRGILIUS. Æneid. Lib. X. v. 184.

MARTIALIS. Epigram. Lib. XII. 2.

CICERO. De Oratore Lib. II.

LIVIUS. Histor. Lib. XXXVI. a princip.

PLINIUS Senior. Hist. Lib. III. de Hetruria.

DIODORUS SICULUS. Lib. XV.

RUTILIUS. Itinerar. Lib. I. v. 220.

STRABO. Rerum Geographic. Lib. V.

3. SERVIUS. Sup. Eneid. Lib. X. v. 184. Pyrgi veteres.... Hoc castellum nobilissimum fuit . . . nam ibi metropolis fuit.

GIOVANNI FABRINI e FILIPPO VENUTI. Comment. sopra Virgilio, in-fol. Venezia 1581. p. 266. b. Pyrgi veteres è l'antica Civitavecchia cioè quelli che vennero da Civitavecchia.

4. MURATORI. Tabula Corographica medii ævi S. R. I. T. X. p. ccix.
LEANDRO ALBERTI. Descrizione di tutta l'Italia in-4. Venezia 1577. p. 35.
BAUDRAND. Lexicon Geograph. Voc. Pyrgi.

SABELLICO. Hist. Venet. Decad. I. Lib. III. all'anno 840.

GIOVIO. Storia Lib. XLV. traduzione del Domenichi. Venezia 1608. Parte II. p. 774. ed alla tavola aggiunta in fine dal RUSCELLI. Voce Civitavecchia. CLUVERIO, BERLINGHIERI, ENRICO STEFANO, ABRAMO ORTELVO alle voci Pirgo, Civitavecchia, Castrum Novum, Castrum Inui, Neopirgo, eccetera.

GIUSEPPE MICALI. Monumenti inediti per la storia degli antichi popoli italiani, in-8. Firenze 1844. p. 372.

popoli pirgani, sempre nel numero del più nominati, procedessero verso levante a piccola distanza l'uno dall'altro; cioè prima Castronuovo nel luogo detto la Chiaruccia, poi Castel d'Inuo presso a Santamarinella, e finalmente Pirgo nuovo a Santasevera; esistendo ancora ovunque, ma specialmente in quest'ultima parte, le grandiose ruine che dimostrano come quivi esser dovesse l'emporio navale celebratissimo per il ricco tempio di Lucina Leucotea che fu saccheggiato da Dionisio il tiranno. Ciò premesso gli storici di Civitavecchia attribuiscono a lei tutto quel che la fama dice dei Pirgi antichi; cioè che fosse una delle città nobilissime del Tirreno e possente in mare, che mandasse i suoi guerrieri al soccorso di Enea contro Turno, divenisse municipio dei romani, fornisse i soccorsi navali contro i cartaginesi, e poi fosse ridotta a colonia di soldati veterani benemeriti di Roma. Vogliono inoltre che quivi esistesse un porto di mare molto antico 5, e che questo fosse edificato non già a cerchio grande d'un solo bacino per ricoverare insieme molti navigli; ma in forma di più naturale e più semplice disegno con molti seni, ricoveri, fosse, concavità o cantieri addentellati profondamente l'un presso l'altro nella spiaggia, talchè ognuno dei medesimi potesse raccogliere a sicura stazione l'una nave separatamente dall'altre. Quindi, preso il numero centenario determinato per la indeterminata moltitudine delle predette celle navali, e lasciato ogni altro nome, togliesse nel sermon prisco dei latini quello di Centocelle ".

5. MARIO GUERNACCI. Origini Italiche. In-4 Lucca 1767. T. IV. pag. 242. Lib. I. Cap. IV.

CARLO PIAZZA. Eusevologio. In-4. Roma 1698. Trattato XI. Cap. xxп. p. 283.
GIUSEPPE MICALI ut supra.

6. I latini derivavano il nome Cella da Celare, cosicché qualunque luogo adatto a custodire raccogliere e guardare alcuna cosa chiamavano colla con generalissima voce, che significava oggetti totalmente diversi secondo la diversità degli epiteti; cioè abitazione, monasterio, cantina, bagno, tempio, cantiere e persino le cavernuzze degli alveari. Tra le moltiplici significazioni di questo termine è anche quella di cella navale, cioè cantiere o stazione per le navi; Onde F1LIPPO CLUVERIO nell'Italia antiqua in-fol. Lugduni Batavorum 1624. T. I. p. 482. dice cosi « Edes autem intelligit Rutilius ... quibus subducebantur in statione naromani sua lingua CELLAS dixerunt, unde ipsi portui Centumcellarum co

ves ....

gnomen ».

UGHELLUS. Italia sacra T. X. p. 55. « Cum plurimas ad subducendas in statione naves struxisset cellas, hinc portui et urbi Centum Cellarum cognomen adhæsit » In-fol. Venezia 1722.

Tuttavia l'istessa città deve riconoscere la grandezza di sua più lieta fortuna dalle provide cure dell'imperadore Trajano, che le fece costruire appresso per opera di Apollodoro il famoso architettore quel porto ammirabile per la regolarità del disegno, per la bellezza delle forme, e per la ricchezza degli ornati che sempre comparve come ammirabile modello dell'arte antica, descritto in verso ed in prosa da Plinio e da Rutilio 7; e poi anche nella sua pristina proporzione e parvenza disegnato dal Fontana e dal Canina . Il porto è tutto artificiale costruito in un seno di acqua profonda a ridosso di capo Linaro. Due branche di moli in arco di cerchio si spingono per quattrocento metri dalla riva dentro il mare e circondano un bacino cui Plinio chiamò grandissimo, e che ancora si mantiene (quantunque per la sua regolar simmetria a primo aspetto non comparisca) grande di cinquecento metri per lungo, quasi altrettanto per largo, e con una superficie totale di dugentomila metri quadri valutando tutta la interna sua capacità di porto, antimurale, e darsena. Innanzi ai due moli fece Trajano opera veramente stupenda e degna della romana grandezza allorchè piantò nel mare alla profondità di cinquanta palmi d'acqua e tirò suso un'isola artefatta, che prolungandosi in armonica proporzione innanzi alla spiaggia viene a cuoprire il porto contro l'onde di fuori, e al tempo stesso a lasciare su le due estremità tali aperture o bocche, ciascuna larga cencin quanta metri, da potervi le navi uscire ed entrare alla vela con ogni vento. Questo porto

FOURNIER. Geographica orbis Notitia. Lib. IX. Cap. XVIII. « In cujus portu centum erant cellæ triremibus totidem recipiendis unde portui antiquum nomen Centumcellæ ».

ESCHINARDI. L'agro romano. In-4. Roma 1650. « Civitavecchia si chiamava anticamente Centocelle perchè il porto avesse cento archi o ricoveri che chiamavano celle per le barche ».

7. CAJI PLINII CECILII SECUNDI. Epistolarum Lib. VI. Cap. xxxi.

RUTILII CLAUDII NUMATIANI. Itinerarium Lib. I. vers. 237. ad 276. edizione di Parigi in-12. del 1841. commentata da diversi e riveduta da F. Z. COLLOMBET.

8. Pianta antica del porto ed acquedotti di Civitavecchia incisa da SANTI BARTOLI Sopra i disegni del cavalier FONTANA. Grande incisione in quattro fogli massimi uniti insieme. Calcografia camerale, e Bib. Casanat. O. I. 59.

COMMENDATOR LUIGI CANINA. L'architettura romana descritta coi monumenti. Roma 1832. in-fol. Tom. III. Tav. CLX. Pianta e alzato dell'antico porto a Centocelle.

Nouveau Theatre d'Italie, ou Description des villes, palais, ports, églises etc. sur les desseins de M. JEAN BLAEV. Amsterdam in-fol. 1704. Tav. XXIV. T. II.

cesareo e modello di opera idraulica, da qualunque lato si riguardasse presentava le forme d'un magnifico anfiteatro piantato in mezzo all'acqua del mare 10: imperocchè restando chiuso in giro dagli scali, dai moli e dall' antimurale tutti messi in belli ordini d'architettura, con un continuato procedimento di portici, abbelliti da colonne e lucenti di marmi a ragione prendeva l'aspetto d'un vasto teatro contornato da loggie e da terrazzi; e nel mezzo non già l'arena ed i gladiatori, ma l'onde tranquille del mare, e le vele bianche dei bastimenti. Anche oggidì per certi segni tuttora visibili sopra ciò che rimane sì pare a qual sublime altezza poggiassero in quel tempo le arti belle sollevate dal favore di menti grandi e poderose: quivi nelle escavazioni sono continui i ritrovamenti di marmi, musaici rilievi, bronzi, colonne, e tra quelle acque appunto furono pescate bellissime statue, ed il braccio di bronzo superbo di mole e di artificio intorno al quale studiano oggidì gli allievi del disegno nel museo etrusco del Vaticano. Questo porto si mantiene ancora come uno dei centri precipui della navigazione nel mediterraneo, ed offre un vantaggioso ricetto alle navi che a vela che a vapore da ogni parte del mondo vi approdano in numero di più migliaia per anno 12 senza che quivi incontrino giammai nè quelle avarie nè quei naufragi che negli altri porti vicini si sentono troppo frequentemente accadere.

9. BELIDOR. Architecture Ilydraulique. Parte II. Liv. III. §. 031.

AUNIET Notes sur les ports de l'état romaine. Annales de ponts et chaussées 1834. semest. 1. p. 448.

COMMENDATOR ALESSANDRO CIALDI. Studi sul porto di Livorno. Firenze, in-8. 1853. p. 83.

10. PLINIUS. Ep. Lib. VI. ep. XXXI. « In cujus sinu portus quammaximus velut amphitheatrum.

RUTILIUS. Itiner. Lib. I. v. 236. Molibus æquoreum concluditur amphitheatrum; Angustosque aditus insula facta tegit.

11. CAVALIER PIETRO MANZI cit. p. 7.

12. MARCHESE FRANGIPANI. Storia di Civitavecchia; Nella prefazione a p. xxii. dà i fondali ed assegna il numero ed il luogo ove a suo tempo si ormeggiavano i vascelli da guerra, le fregate, ed ogni altra maniera bastimenti. Per quel che si riferisce ai tempi moderni darò poi una nota estratta dagli ufficiali registri della capitania del porto di Civitavecchia con un specchio che mostri a colpo d'occhio il numero e la qualità dei maggiori navigli mercantili e militari, da cinquecento sino a tremiladugento tonnellate che sono entrati durante l'ultimo decennio nel porto medesimo.

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