Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

pratica dell'alleanza 10, che sia per la brevità del tempo, dovendo il papa trovarsi il ventuno luglio in Ravenna, sia per altre ragioni non ebbe miglior risultato.

XVII. Intanto l'armata saracinesca ch' era stata cacciata in fuga dalla nostra andava ritirandosi verso la Calabria, ove poco dopo fu facile ai greci darle la seconda percossa. Imperciocchè Basilio il Macedone imperador d' oriente, a requisizione di Giovanni ottavo, e confortato ancora dal patriarca santo Ignazio, aveva mandato in Italia uno stuolo di navi a sostenere colle armi contro i saracini non solo le terre del dominio ecclesiastico, ma anche quelle di Calabria e del ducato beneventano che ancora restavano fedeli all' imperio suo 105. Veniva l'armata condotta da un cotal Gregorio ajo della casa imperiale, personaggio influente alla corte ed uomo valoroso; insieme al quale militavano Teofilatto ammiraglio ed il conte Diogene essi scontrarono l' armata dei mori già disordinata e rotta dalla pontificia : l'affrontarono, e dopo una lunga caccia sino alle acque di Napoli la costrinsero a combattere, e darsi per vinta. Delle quali cose il pontefice si congratulò per lettera con il capitan generale dei greci 106 e con i due luogotenenti Teofilatto e Diogene, invitandoli anche a venire di rilascio con l'armata nel Porto romano, e mettersi seco lui di concerto; e di più scrisse particolarmente al solo Gregorio come a duce supremo alcune sue domande e la notizia degli effetti prodotti dalla precedente battaglia vinta dai dromoni pontifict, con le seguenti parole 107: « Tu devi aver già saputo che i saracini non si ardiscono più di venire a fronte scoperta con il loro naviglio intorno alle nostre spiaggie, nondimeno per

104. JOANNIS VIII. ep. 52. data il 30. di maggio 877. a Guaiferio principe di Salerno perché convenga con i napoletani a Trajetto. JAFFE n. 2334.

Item. Epist. 59. all'arcivescovo di Ravenna, data de' primi di Giugno 877. significando il suo viaggio a Trajetto, e la dilazione al concilio per il 21. Luglio. - JAFFE 2336.

105. JOANNES ZONARA. Annales cum latina versione ed. a DU-FRESNE in-folio. Parisiis 1687. T. II. p. 169.

Georgius CedrENUS. Historiar. compend. in-fol. Parisiis. 1647. p. 581. et 586. 106. JOANNIS VIII. ep. 240. ad Gregorium, Theophylactum et Diogenem. JAFFE. 2533

107. JOANNIS VIII. ad Gregorium imperialem paedagogum ep. 46. data XV. Kal. maji. Indict. X. cioè 17. aprile 877. JAFFE 2321.

occulte e furtive irruzioni hanno impreso quei ladroncelli a molestar le riviere degli stati nostri laonde ci è sembrato conveniente di spedirti queste nostre lettere a prima giunta non solo per rallegrarci teco della tua venuta e per incuorarti a difendere la cristianità contro gli inimici della croce di Cristo, ma ancora affinchè tu ci mandi almeno dieci buone e spigliate chelandie, che vengano al nostro Porto romano, e ci serviranno a spurgare la spiaggia dal residuo di siffatta schiuma galleggiante di arabi ladroni ».

Quantunque a me non appartenga in questo luogo trattenermi troppo intorno alle minuzie della archeologia navale, nondimeno storicamente discorrendo dirò essere le chelandie una specie di nave usata dai bizantini e adottata ancora dalla marina italiana, specialmente dai veneziani nel nono secolo: avevano taglio di corpo angusto e veloce simile alle fuste e saettie, con una brancata di lunghissimi remi, che atte le rendevano ad inseguire i pirati, e ad accostarsi alla riva 108; siccome nel caso presente si fa palese che fossero chiamate a battere la spiaggia contro i piccoli ladroni.

Ma le speranze degli ajuti orientali presto si ridussero a nulla per la morte accaduta in questo anno ai ventitrè di ottobre del santo Ignazio patriarca Costantinopolitano, e per le turbolenze che vennero appresso a Fozio nella sede patriarcale. Costui pieno d'ogni magagna accoppiava tutti i doni della fortuna e della natura coll'anima più nera che al suo tempo movesse ed informasse un corpo umano corrotto da sfrenato orgoglio dopo aver occupato per violenta intrusione il seggio patriarcale sbalzandone sant' Ignazio, e dopo essere stato esso stesso cacciato in esilio, tanto seppe giuocar d'impostura e di danaro che conseguì non solo esser richiamato dall'esilio, ma anche venir favorito per ascendere al patriarcato dell'oriente ; uomo malvaggio per successore d'un santo.

108. DU CANGE. Glossarium. Voce Chelandium, Chelamnium, Chelindrus, Salandra, Palandra.

A JAL. Archeologie navale cit.

CASONI. L'arsenale di Venezia cit.

Quando ebbe Giovanni ottavo ricevuta la partecipazione di siffatto disordine, ed insieme le lettere dell' imperadore e del candidato che imploravano congiuntamente al clero e al popolo la conferma dell'elezione fatta a Costantinopoli, penò nella più crudele incertezza, ma dopo molte consultazioni e con le opportune cautele condiscese a ricever Fozio nella sua grazia, tanto più che l'astuto si umiliava dinanzi al papa, e gli domandava come favore quella ricognizione ch' era già in sua mano farla valere come un diritto. Qualunque fosse stata la deliberazione di Roma, già l'oriente era traboccato nello scisma, e Giovanni ottavo stimò che non fosse conveniente accelerarne la catastrofe, nè dargli una spinta più rapida affinchè cadesse in quel tempo che i saracini inondavano, e quando piuttosto l'unione che la discordia della cristianità si faceva necessaria 109. Ma per quanto egli si argomentasse, a costo ancora dei più duri sacrifizi nel promuovere la pace e la unità, tanto grande era la ostinazione del male e tanta la corruzione degli uomini, non potè conseguire l'intento. Chiunque forma giudizio degli atti umani sopra principi certi, e non si perde appresso agli effetti accidentali dovrà non solo scusare l'intenzione di papa Giovanni, ma lodarne ancora la prudenza; per la quale usava la dolcezza quando era impossibile il rigore. Così tolse al maligno per molto tempo ogni pretesto di romper con Roma, e d'impiantare apertamente lo scisma, come avrebbe sollecitamente fatto con manco pericolo suo e maggior scandalo dei fedeli appunto in quei primi giorni che gli sconcerti d'oriente accresciuti da quelli d'occidente, e la guerra tra francesi e tedeschi per l'imperio, e le gelosìe dei pretendenti, e le suspicioni loro reciproche contro il Pontefice come se favorisse il rivale, ed il trascorrimento dei belligeranti sino alle porte di Roma costringevano papa Giovanni a fuggire dalla sua residenza. All' entrante d'aprile di quest'anno medesimo Lamberto duca di Spoleto a nome di Carlomanno re d'Italia veniva minaccioso nella regione del campo Marzio il pontefice nella città Leonina si riduceva: ma non volendo osteggiare i cristiani, nè avendo altra strada per eva

:

109. MURATORI. Anuali 879. ant. med.

dere che quella del Tevere, deliberò imbarcarsi sopra ai dromoni suoi, e navigare verso la francia 110

Tuttavia prima di scioglier le vele con quelle sue navi che aveva in buon punto apparecchiate, anzichè lasciar la spiaggia romana abbandonata alle rapine degli arabi, volle in qualche modo provvedere alla salute dei suoi sudditi, allora principalmente che la necessità lo costringeva a dipartirsene portando seco anche il presidio di quelle navi acciocchè non cadessero in mano dei nimici: quindi dovette acconciarsi a trattare con gl' infedeli per la tregua d'un anno; e questa fu conclusa sommariamente per due capitoli: che i saracini non molesterebbero la spiaggia romana; ed il Papa pagherebbe un compenso di venticinque mila mancusi d'argento 1. Io non so intendere come abbiano mai potuto alcuni scrittori pigliar sinistramente questo successo e farne cattivo giudizio, mentre che all'incontro quivi si disvela tanta amorosa provvidenza e dilicata cura quanta mai ne possa dimostrare principe o padre ai suoi figli e soggetti, affinchè nè per altrui malizia nè per propria stracuranza non patiscano danno. Questo trattato deve essere giudicato al lume dei fatti antecedenti e susseguenti perseverantemente ordinati a prevenire il caso di quella necessità che sopravvenne, e che bastò non solo a scusarlo, ma a renderlo utile ed onesto. Che se alcuno vorrà pure fiutarci dentro alcuna colpa o vergogna, io converrò seco lui che ce ne sia; ma tutta propria di coloro che avrebbero potuto collegarsi insieme, secondare le istanze di papa Giovanni, e resistere al comune inimico; e non di questi che lasciato solo e costretto a fuggir dalla sua sede volle appresso almeno coll' oro procacciare ai sudditi suoi quella sicurezza che aveva ben saputo guarentire avanti col ferro. E nè anche credo ingannarmi ritenendo che nell'animo dei saracini molto potesse l'esperienza e la memoria delle cose ope

110. JOANNIS VIII. ad Joannem archiepiscopum Ravennaten. ep. 81. quia per terram ire nequivimus, per marinum iter in Franciam proficisci debemus. JAFFR

n. 2336.

[ocr errors]

111. JOANNIS VIII. ad Carolomannum regem epist. 89. data ex civitate Januensi. In fine mensis Aprilis an. 878. JAFFÈ n. 2366.

BARONIO. An. 877. n. 26.

MURATORI. An. 878. ant. med.

PAGIUS. Gesta rom. Pontif. vita Joannis VIII. n. XI.

rate da papa Giovanni nei tempi precedenti e specialmente nell'877, affinchè si riducessero a pattuire in quei termini che detto abbiamo; perchè altrimenti, se non lo avessero temuto, nè anche avrebbero transatto. Imperciocchè niun nimico, e molto meno i saracini, si sarebbero obbligati giammai senza quel rispetto a lasciar intatte tutte le migliaia delle ricchezze d' uno stato per le sole venticinque dei mancusi. Siffatto termine monetario dagli antichi tempi sino ai presenti si mantiene tra la plebe romana, che l'appicca ghignando al volgar dialetto degli Isdraeliti della città. Gli eruditi poi per lungo procedimento d'infinite citazioni dimostrano che fosse moneta conosciuta e permutata in ogni maniera contratti del secolo ottavo e nono, quanto all' etimologia di essa voce, ed al valore di essa moneta tanto piccolamente concludono che, dopo averci studiato, tanto se ne appara quanto prima se ne sapeva, con la giunta di molta confusione. Alcuni prendono il mancuso per moneta coniata a mano, battuta, pesata, senza fusione altri gli danno il valore di un marco, cioè mezza libra d'argento, ed in tal caso la somma sarebbe stata di cento e cinquanta mila scudi romani del presente valore 112,

ma

Quando ebbe il pontefice concluso il contratto e pagati i mancusi, vennero i giorni ch' egli aveva preveduti: Roma fu stretta maggiormente dal duca di Spoleto e da quello di Toscana a nome di Carlomanno; ne seguitarono scandali e violenze che ad altre storie appartenenti io tralascio seguendo le orme di papa Giovanni, il quale dopo essersi riparato nella città Leonina, e vedendo prevalere le forze dei suoi nimici, senza che alcun principe o comune delle vicinanze, nè di Spoleto nè di Toscana perchè soggette ai suoi contrarî, nè di Napoli o dal regno perchè alleati dei saracini, potesse o volesse prestargli soccorso, entrò nel tevere con molti dei suoi fedeli romani, e seco loro Gualberto vescovo di Porto, Pietro vescovo di Fossombrone, Pascasio vescovo d'Amelia, che si trovano sottoscritti agli atti del concilio tricassino, discese il tevere con le navi minori, ed imbarcatosi sopra ai dromoni pontifici tanto se ne andò con

112. MURATORI. Antichità italiane dissert. XXVIII.

Du CANGE. Gloffar. voc. Mancusi.

« ZurückWeiter »