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Terracina a Montargentaro, affinchè i naviganti, i mercadanti, e gli altri viaggiatori cristiani che vengono all' alma città e da quella si partono, massime per l'anno prossimo del giubileo, liberamente e sicuramente possano andare e venire in questo porto di salute a beneficio delle anime loro, e trasportare le merci e le derrate per l'abbondanza pubblica, talchè restino affrancati da ogni infestazione di corsari infedeli o di pirati d'ogni altra qualità, ed affinchè il mare istesso sia libero e purgato dai malviventi, ha scelto il miglior partito per comprimergli mediante una squadra di legni da guerra destinati alla guardia del mare sotto il governo d' un prefetto per fede, valore, ed esperienza idoneo a tale ufficio. Per ciò confidando nostro Signore nella prudenza, probità, e bravura del prestante uomo Lorenzo Mutino di Moneglia, già lungamente provato ed esperto in simili bisogne lo ha nominato prefetto della guardia medesima con i patti, convenzioni e capitoli seguenti.

1. Nostro Signore e la reverenda camera apostolica danno la condotta al prelodato Mutino di Moneglia e Ludovico Mosca, ad ambedue in solido, come prefetti della guardia del mare da Terracina a Montargentaro con una fusta di venti banchi, e con due brigantini che l'uno sia di quattordici e l'altro di tredici banchi, nei quali debbano essere uomini centosettanta atti alle armi, ed oltre ai soldati, anche i marinari necessari a ciascun bastimento; e questa condotta abbia a durare per anni due prossimi futuri; ed appresso a beneplacito di nostro Signore, da cominciarsi per quel primo giorno che si farà la mostra delle tre navi ed uomini predetti nel porto di Civitavecchia, o vero alla foce d'Ostia, o dovunque ordinerà nostro Signore.

2. Similmente. La Santità sua promette al prefetto per mercede di lui e per lo stipendio dei predetti soldati e marinari dargli e consegnargli ogni anno, durante la condotta, gli introiti ed emolumenti del diritto, cioè il due per cento che fu imposto e si riscuote per detta guardia, secondo le consuetudini ed ordinamenti sopra questa materia già fatti o da farsi dalla reverenda camera: e sin da questo momento il suddetto diritto resta assegnato a suo beneficio, cominciando a decorrere dal giorno della mo

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stra, dopo il qual tempo egli potrà da se stesso riscuoterlo ad ogni sua volontà e piacimento.

3. Similmente. La Santità sua e la reverenda camera concedono al nominato prefetto che ogni qual volta gli avvenga di sorprendere qualcuno che porti frumento estratto dai luoghi o porti soggetti mediate o immediate alla romana Chiesa senza la bolletta o senza la licenza scritta dai gabellieri, così che non apparisca essere stata pagata la tassa alle dogane, che possa e debba tirar via il detto grano, ed una metà pigliarsela, l'altra poi consegnarla fedelmente alla camera. E similmente possa procedere rispetto a qualunque altra merce, sostanza, o avere che in frode e contro bando troverà imbarcata.

4. Similmente. Promette e concede in preda al sudetto prefetto tutti e singoli i pirati, i corsari, e qualunque altro ladrone di mare con tutti i loro navigli, sostanze, e beni, dovunque li potrà attrappare e se per avventura alcuni dei nominati perturbatori inseguiti da lui anderanno a ricoverarsi nei porti, terre e luoghi soggetti alla Chiesa, e cercheranno scampo ed asilo, siano tenuti gli ufficiali ed uomini di quei luoghi a pigliarli e consegnarli nelle mani dell' istesso prefetto, e rimetterli in suo arbitrio e potestà.

5. Similmente. Nostro Signore e la camera gli offrono e promettono ogni ajuto e favore nelle province e terre dello Stato contro qualsivoglia persona ostile a lui ed alla sua brigata, ordinando sin dal giorno presente a tutti e singoli i governatori, magistrati, ed uomini dei luoghi predetti che lo assistano, ajutino, e favoriscano ad ogni sua requisizione.

6. Similmente. Nostro Signore e la camera sono convenuti con il prefetto medesimo, che se egli inseguirà pirata, infestatore, o perturbatore che fuggendo vada a ripararsi fuora dello Stato ecclesiastico, così che egli non possa pigliarli, e gli abitatori di quel luogo o porto non vogliano consegnarli, sia lecito al prefetto esercitar le rappresaglie contro i ricettatori e fautori dei ladroni, le quali rappresaglie in sin d'ora da nostro Signore e dalla camera gli vengono concesse tanto che sia compensato e risarcito il danno a coloro che da quelli pirati ne avessero ricevuto purchè si faccia palese per buone scritture il ricetto e favore prestato ai nimici, e l'impedimento posto alla

loro cattura ed ogni cosa che il prefetto per le dette rappresaglie avrà tolto che in mare che in terra l'assegni fedelmente alla camera per riparare i danni a chi ne ha patiti.

7. Similmente. Da sua parte poi il nominato Mutino ha promesso custodire, difendere ed affrancare la detta spiaggia romana dalla città di Terracina sino al Montargentaro da tutti e singoli pirati, ladroni, invasori, e infestatori, e proteggere tutti e singoli quelli che alla città di Roma ed agli altri luoghi dello Stato vengono, o da quelli si partono con tutti i loro navigli, beni, sostanze, e merci, purchè i pirati abbiano armata e forza pari alla sua.

8. Similmente. Ha promesso il medesimo Mutino prefetto pagare di suoi danari qualunque danno o rubberìa avvenga per colpa o negligenza sua; la quale colpa si deve intendere se trovati i nimici a forze pari li abbandoni impunemente, e se nella battaglia non li sottometta, o non li perseguiti, o li lasci sfuggire, o l'istesso prefetto non vigili, o non sia trovato pronto e ben all'ordine pel bisogno, o non accorra al rumore, e quindi alcuno resti depredato. Lo stesso si debba dire di ogni altro caso simile: intorno ai quali tutti avvenimenti espressi e sottintesi nel presente capitolo debba starsi, in caso di dubiezza, al giudizio che ne darà la camera.

9. Similmente. Ha promesso tenere una fusta di venti banchi, un brigantino di tredici banchi, ed un altro di quattordici, con contosettanta uomini ben armati ad uso di mare, cioè forniti di bombarde, partigiane, roncole, brandistocchi, picche, ramponi, saette, targoni, ed ogni altro armamento ed arme e munizione da offendere e difendere; ed aver sempre intiero il numero di detti uomini addestrati, adatti, e pratici a siffatto mestiero.

10. Similmente. Ha promesso e si è obbligato dare la mostra in qualunque luogo e tempo piacerà ordinarla a nostro Signore, ed alla reverenda camera.

11. Similmente. Ha promesso usare ogni sua diligenza, e quando occorra, mettere in terra cinquanta uomini o più per guardar la spiaggia a piacimento di nostro Signore e della camera, massime perchè la strada romana da Santasevera sino a Civitavecchia sia sicura dai corsari.

12. Similmente. Ha promesso che se i pirati in detta parte ruberanno persone, o sostanze, o impediranno la navigazione, es

so stesso il prefetto con ogni sua diligenza inseguirà per mare in ogni parte i nemici, strapperà loro di mano la preda, ricovrerà le persone e le sostanze, e fedelmente restituirà ogni cosa al padrone cui spetta riducendola sotto la sua scorta a luogo sicuro, senza chiedere nè accettare alcun prezzo nè mercede.

13. Similmente. Ha promesso e si è obbligato che sia di state, sia d'inverno terrà la sua stazione nel porto di Civitavecchia, o nella foce d'Ostia, o negli altri luoghi e porti dello Stato, cioè tra Terracina e Montargentaro, acciocchè sempre sia trovato pronto alla difesa di essa spiaggia e di quelli che ivi navigano.

14. Similmente. Ha promesso e si è obbligato che nè egli nè altri di sua brigata toglierà mai nulla dai naviganti, ancorchè offerto a nome di dono; meno che sia poca cosa, di piccola valuta, ed onninamente gratuita; altrimenti sia tenuto il prefetto alla restituzione del triplo e questo taglione sia irremisibile; e di più si aggiungeranno altre pene ad arbitrio della

camera.

15. Similmente. Ha promesso avere gli amici di sua Santità per amici suoi, e gli inimici per nimici, di qualunque stato, grado, condizione e preminenza che siano. »

Seguono le firme, e gli atti della malleverìa, e del rilevamento; dopo i quali così ripiglia. « Venerdì, cinque Luglio 1499. I predetti signori Mutino e Ludovico fecero la mostra di una fusta di banchi ventuno doppî, bene e decentemente armata : e di due brigantini l'uno di quattordici banchi e l'altro di tredici. La mostra fu data nel fiume Tevere, alla ripa dell' alma città, presente il governatore di Roma, V. vescovo di Teano tesoriere, e V. vescovo di Terni chierico di camera, i quali a nome di nostro Signore e della reverenda camera apostolica accettarono la detta mostra e ricognizione, per atto pubblico chiamati i testimoni Cola Piocca siciliano uditore del governo di Roma, Ippolito Sassi, e Pietro Pontani cittadini romani. >>

Questi capitoli mettono in bella mostra i principi generali della guardia del mare, e discorrono alle conseguenze immediate dei medesimi: imperciocchè quivi prima si fa buon fondamento a dire che chiunque voglia mantenere la pace e la sicurtà nello stato debba armarsi non solo in terra, ma anche

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in mare, massime poi intorno alla capitale; e poi si dimostra che da siffatto armamento conseguita il decoro del principe la tutela dei popoli, la prosperità della navigazione, il concorso dei forestieri, l'indennità delle riscossioni, e l' infrenamento dei nimici. Di più, quì si trova assegnata la dote o, per dire come oggi si dice, il preventivo della marina nella rendita del due per cento sulle merci: comparisce una squadretta investita della forza militare, e insieme della politica, e della finanziera e si mettono in bella luce chiaramente ordinati i pesi, i diritti, e le obbligazioni di ciascuno, salvo quei miglioramenti che l'esperienza introdusse e che verranno da noi appresso notati.

Inoltre io qui ravviso una mutazione sostanziale nell'ordinamento della marineria pontificia, la quale dal secolo ottavo al decimoquinto ne ha sostenute parecchie; e quantunque i contrassegni varianti non appariscano sempre tanto staccati che alcune volte non si intreccino tra loro e non si pospongano, tuttavia chi ha letto consideratamente avrà anche dai fatti veduto in principio una marinerìa feudale come successe dal duca Allone al principe Pietro, e poi cavalleresca da Leopardo Bonarelli a Jacopo Conti, quindi municipale dal Pier Leoni ad Agapito Colonna, appresso venturiera da Gaspare Cossa a Stefano Mutino, e alcune volte noleggiata sotto Antonio Condulmiero e Paolo Fregosi, sovente nazionale come al tempo di Giovanni VIII e di Ludovico Scarampo; finalmente divenne, come oggi si dice, governativa sotto Lorenzo Mutino e Ludovico Mosca per la qual mutazione la marinerìa istessa prese l'aria dei tempi moderni, acquistò maggiore fermezza, si ridusse come a centro d'appresso alla capitale nel porto di Civitavecchia, e sotto il pontificato d'Alessandro sesto fu travolta in un vortice donde non uscì se non col sacco di Roma, che fu nel cinquecento e ventisette. Quindi gli avvenimenti successivi (quantunque legati al governo dello stesso Alessandro) comechè intervenuti nel seguente secolo ed improntati di carattere diverso, io li rimetto a un altro libro, pel quale tratterò i fasti della marina nelle guerre d'Italia.

FINE DEL LIBRO IV. E DEL PRIMO VOLUME.

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