Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

gravissimi danni nei loro possedimenti di levante, ne fecero consapevole il Papa, e lo richiesero che volesse ultimare quella lega dalla quale soltanto si potevano sperare buoni effetti per reprimere con le armi comuni coloro che a tutti egualmente si erano dichiarati inimici: alle quali domande dette maggior peso Andronico imperador dei greci, che vedendosi ridotto a mal termine, secondo il costume di sua nazione, implorava il soccorso dei latini sotto colore di volersi uniformare alle dottrine cattoliche ed abolire lo scisma. Laonde il Pontefice ripigliò più caldamente il trattatto della lega, sebbene la speranza del concluderla fosse stata già le tante volte provata vana, opponendosi da una parte la mala volontà dei principi che ripugnavano a lasciar le mutue querele, e dall'altra la durezza degli scismatici, che tornavano sempre alla contraddizione come cessavano i pericoli.

11

Nondimeno papa Giovanni, affinchè l'esempio suo scuotesse gli altri, approntò le galere che sul Rodano teneva presso lo stato di Avignone, e sollecitò i romani a moversi per il passaggio; poi convenne col re di Francia di mandar fuori le galere sue insieme con le pontificie a scorrere i mari di levante, ed avendo conseguito in parte almeno il suo divisamento, nell'atto che le squadre unite scioglievano le vele sotto la condotta del signore di Chepoy, spacciò la lettera seguente a commendazione dell' armata ". « Giovanni vescovo servo dei servi d'Iddio a tutti i nobili uomini, duchi, principi, marchesi, conti, baroni, siniscalchi, magistrati delle città, castella, terre, e di altri qualunque luoghi, ed a tutti e singoli cui le presenti lettere saranno mostrate, salute. Lo sforzato gridore, e lo strepito orribile che già da qualche tempo risuona alle nostre orecchie mandato dai cristiani di Romania e delle altre parti d'oriente, i quali gemendo ci fanno sapere che i turchi superbamente inondano, e non contenti dei loro confini trapassano ostilmente nelle terre dei fedeli, e di colà menano gente in schiavitudine e

11. RAYNALDUS. An. 1334. n. 10. - ex Reg. Joannis. pp. XXII. anno 18. epist. ult. Super passagio terræ sanctæ.

ANSELME GUIBOURS. Histoire genealogique de France. in-fol. Paris. 1726-33. Tom. VII. p. 744.

DU FRESNE DU CANGE. Histoire de Costantinople in-fol. Paris 1657. p. 264.

molta ancora barbaramente ne trucidano, e le regioni disertano, hanno crudelmente straziato le viscere dell'anima nostra. E chi mai acceso di zelo per la fede ortodossa potrà non dolersi veggendo coloro, cui la santa madre Chiesa rigenerò per suoi figli, dilacerati dalla spada degli empî, e ridotti a servaggio di spietati inimici? Commossi per tanto da grandissima compassione nel pensare alle angustie dei miseri che pur sono cristiani, noi, ed il carissimo in Cristo figliuolo nostro Filippo illustre re de' francesi abbiamo diputato un certo numero di galere perchè vadano in quelle parti al soccorso dei fedeli. Abbiamo ancora deliberato che il capitano generale delle galere del re sia ancora capitano delle galere nostre e come il re predetto ha dato carico di comandante al nobil uomo Giovanni signore di Chepoy cavaliero della diocesi di Bovè, il quale passerà prestamente a quelle parti, così noi facciamo richiesta, esortazione e monizione a tutti voi, affinchè a lui ed alle nostre squadre insieme unite diate, con tutto il poter vostro, ajuto e favore, acciò riescano a vendicare il grande vituperio che gl' inimici fanno alla nostra fede, a deprimere l'oltracotanza dei turchi, e a rifrenare il loro maligno divisamento. Voi poi come valenti campioni del Salvatore fate quel più che potete per sostenere e favorire i difensori della sua causa. Dato in Avignone a dì dodici maggio 1332, del pontificato nostro XVIII. »

[blocks in formation]

12

Così dunque apparisce che i ministri del Pontefice destramente negoziando arrivarono a superare le difficoltà, e stringere una specie d'accordo con la corte di Francia 12, il quale sebbene piccolamente cominciasse, tuttavìa per i buoni effetti che ne seguirono, e per l'accessione dei veneziani, dei cavalieri di Rodi, e del re di Cipro presto crebbe a segno di formale alleanza offensiva e difensiva contro il turco, in questo modo 13: che si dovessero armare quaranta galere, cioè quattro del Papa, altre quattro del re, dieci di veneziani, altrettante di Rodi, sei di Costantinopoli, e sei di Cipro; che il generale ve

12. LEONE GUERIN. Histoire Maritime de France in-8. Parigi 1843. e gli altri storici moderni di quella nazione non fanno parola di questi fatti.

13. RAYNALDUS. Ann. 1334. n. 7. 8. e 9.

nisse nominato dal Papa e consentito dal re; che alla fine di maggio per più lontano termine fossero le quaranta galere a Negroponte bene ad ordine per cominciar la campagna; che nell'anno seguente si accrescerebbero le forze di terra e di mare sino ad avere ottocento uomini d'arme, trentotto galere e trentadue uscieri; che si invitassero a entrare nella lega i pisani e i genovesi; e che il capitan generale nominato dal Papa e dal re avesse potestà sopra tutti nelle cose di guerra per eseguir ciò che la maggior parte dei condottieri deliberassero in consiglio; quanto poi al punire i delinquenti ciascuno facesse giustizia secondo le leggi rispettive alle sue genti.

Dopo le quali cose il Pontefice non solo spedì le galere sue, ma ne richiese anche ai romani, l'invitò al passaggio, avendo fiducia con questo non solo di cavar dallo stato di Roma milizie e capitani di gran valore, ma anche di farseli amorevoli; siccome appunto avvenne, che di presente si levarono per la partenza tanto degli Orsini e loro partigiani, quanto dei Colonnesi e loro seguaci 15 e fecero insieme tregua la casa Orsina e la Colonna, acciocchè fossero sospese le ire private sino a dar la battitura al nemico comune. Dalla Colonna andarono Agapito e Stefano vecchi, e dei giovani Lorenzo, e Giovanni, e Stefanello figlio di Pietro, andarono Pietro Sciarra, e Stefanuccio 16, e in compagnia molti altri amici; andò Lelio della Valle, Stefano Caffarelli, Paolo Giovenale, Ludovichetto Albertoni, Lello Rossi, Antonello Capocci che aveva seco molti

14. I collegati dovevano per l'anno 1335 mettere assieme gli uomini d'arme, le galere, e le grosse navi, dette allora uscieri, conforme allo specchietto seguente.

Uscieri

Alleati

Uomini d'arme

Galere

[blocks in formation]

15. LUDOVICO BONCONTB MONALDESCO. Annali romani dal 1327. al 1340. MSS. Casanat. XX. III. 8. - MURATORI. S. R. I. Tom. XII. p. 537.

16. GIOVANNI VILLANI. Di cotesto Stefanuccio dà notizie speciali nella Cronaca. Lib. X. cap. ccxx.

sbanditi d'Abruzzo sotto Averardo Evangelisti; andò il figlio di Franciotto Mareri con molti suoi vassalli; e ci andò Marcello da Marino, Scapigliato da Zagarolo, Catenaccio d'Anagni, Mosca da Velletri, Cola Caracciolo, Cecchino Evangelista di casa Corsi, il Discreto e il Papafano con molti altri buoni uomini, ed i colonnesi vollero menar molta gente per essere rispettati e parer potenti; cosichè di romani si formò una grossa legione non solo desiderosa, ma direbbesi meglio fremente di mescolar le mani coi turchi, dei quali per giusta indignazione abominavano la già tanto conta malvagità.

Imbarcati pertanto questi romani nel porto di Civitavecchia ed alla foce del Tevere tirarono di lungo in Sicilia, e poi a Negroponte, ove assembratesi le forze della lega si trovò che tutto il naviglio non passava trentadue galere, tra quelle dei veneziani, del Papa, e del re di Francia, che tante ne numera Giovanni Villani 17, dal quale si deduce che non furono colà solamente i veneti come parzialmente presume il Sabellico 18, e che i cavalieri di Rodi, il re di Sicilia, e l'imperador di Costantinopoli mancarono al convegno; cosa che meglio ancora si conferma dal silenzio degli storici di esse nazioni, e specialmente del Bosio 19. Or dunque avendo i confederati per certe relazioni conosciuto che i turchi col loro naviglio numeroso fuormisura scorrevano e guastavano le riviere dei greci, deliberarono animosamente andarli a cercare ed abboccarsi con loro, la qual cosa essendo prestamente riuscita per favor di vento e tranquillità di mare arrivarono nella Propontide sopra i nemici e fu tale il valore dei nostri, che non ostante il picciol numero gettarono la confusione in mezzo alla armata ottomana, la ruppero, la cacciarono in fuga verso la spiaggia dell' Asia, la fecero investire in terra, uccisero di ferro o annegamento cinque mila nemici, ed arsero di loro naviglio ducento cinquanta legni grossi senza i sottili e piccoli che fu vittoria veramente segnalata e degna di essere alquanto meglio conosciuta che essa non sia, perchè in tutte le antiche

17. GIOVANNI VILLANI. Chron. Lib. XI. c. XVIII.
S. ANTONINUS. Part. III. Tit. XXI. Cap. VI. §. 15.
18. SABELLICo. Cit. Dec. II. Lib. I. in fine.
19. Bosto cit. all'anno 1334.

storie e nelle moderne sarà ben difficile trovare esempio tanto splendido, nel quale il valore di piccola squadra abbia ottenuto un così pieno successo sopra un' armata potente e più che dieci doppi numerosa, di che soltanto le battaglie navali dei greci contro Serse possono dare un saggio. Io vorrei che gli antichi cronisti, i quali concordemente attestano questo fatto 2o, fossero discesi per loro scrittura ai particolari del medesimo, che in tal modo si potrebbe con miglior fondamento giudicare, e cavarne eziandio utilissimi ammaestramenti per i casi della guerra navale ma poichè essi tacciono ed il difetto loro mi è grave, non debbo comportare che altrettanto e più riesca spiacente ai lettori il silenzio mio sopra questa stessa materia che io tratto di proposito, per non condannare me stesso quando d' altrui mi dolgo. Riconoscendo per tanto esser debito mio il darne un po di spiegamento, dopo averci pensato sopra, e dibattute le circostanze del fatto, e le dottrine dell'arte antica prima che si usasse l'artiglieria, e gli esempi che le comprovano; e messe a conto, oltre le cause fisiche, ancora le più rilevanti, cioè le morali, dirò: che questo sia uno dei casi nei quali la virtù tiene luogo di numero, e la moltitudine non serve ad altro che a crescer confusione. Imperciocchè le maggiori probabilità mi danno a vedere che la grande armata dei turchi venisse avanti sciolta e male ordinata per la gran fidanza che li faceva ciecamente persuasi di dover vincere ad ogni modo; e che gli alleati all'incontro trovandosi in così gran pericolo stringessero le trentadue galere le une con le altre, come si costumava in quei tempi che i navigli facevano l'ordinanza incatenati insieme, affinchè il nemico non avesse loco a cacciarsi dentro e tagliare dal corpo della battaglia alcuna partita, per offenderla poi con maggior facilità; siccome l'esperienza aveva fatto provare a molti prima, e poco dopo anche ai veneziani che appunto furono vinti in Romania dai genovesi perchè non curarono incatenare la loro armata nel 1352; e nell'anno seguente per aver

20. GIOVANNI VILLANI. Lib. XI. Cap. XVIII.

LUDOVICO BONCONTE MONALDESCHI. S. R. I. Tom. XII. p. 537.
ANDREA DANDCLO. S. R. I. Tom. XII. p. 413.

S. ANTONINO. Part. III. Tit. XXI. Cap. VI. §. 15.

RAYNALDUS. Ann. 1334. n. 11.

« ZurückWeiter »