Mischiate, e fate che le voci vostre
Simili a turbiglioni di riunite
Fiamme in un medesimo concento,
Si alzino al ciel: o se piuttosto l'ombra
Campestre voi scegliete, e in ogni bosco
Sacro un tempio trovate,
del pastore
Fate che il flauto, le canzoni delle
Vergini pure, il serafico soffio,
E dei Poeti la giuliva lira
Cantino
Coniempre il Dio delle stagioni,
Quanto a me quando oblierò il soggetto
Piacevol che cantato or ho, i profumi
Dei fiori, dell' Estate ardente i rai,
Che abbronzano nel piano, il consolante
Splendido Autunno, e l' Inverno che si alza
Nell' Oriente oscurato, che la mia
Lingua muta divenga, cha tralasci
Di dipinger la mia immaginazione
E che per sempre alla gioja morto, il mio
Cuore affatto di battere si scordi.
Se il destin di portarmi mi ordinasse
A cautar fiumi incogniti del globo
Nell'estremo confin, nei più remoti
Climi barbari, u' il sole i monti indiani
ludora, e dove il raggio suo cadente
Sopra l'isole Atlantiche s' infiamma,
lo obbedirei senza timor, presente
Poichè Dio è sempre, sempre è nel deserto
Vasto sentito, come in le abitate,
Città. Dove la vita Dio diffonde,
Là dev'esser la gioja. Allorché alfine
L'ora solenne giungerà, in la quale
Con mistica ala volerò nei mondi