Ugo Foscolo. L'amore in Ugo Foscolo. Ugo Foscolo e il pensiero contemporaneo

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C. Clausen, 1902 - 267 Seiten
 

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Seite 216 - ... suoi gioghi a te versa Apennino! Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi : e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò...
Seite 216 - Muta l'armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de' suoi? Celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi, se pia la terra che lo raccolse infante e lo nutriva, nel suo grembo materno ultimo asilo porgendo, sacre le reliquie renda dall'insultar de...
Seite 140 - Qual ninfa in fonti, in selve mai qual dea chiome d'oro sì fino a l'aura sciolse? quando un cor tante in sé vertuti accolse? benché la somma è di mia morte rea. Per divina bellezza indarno mira, chi gli occhi de costei già mai non vide, come soavemente ella gli gira; non sa come Amor sana e come ancide chi non sa come dolce ella sospira e come dolce parla e dolce ride.
Seite 163 - E il sudor piove, ei crini sul collo irti svolazzano; suonan gli antri marini allo incalzato scalpito della zampa, che caccia polve e sassi in sua traccia. Già dal lito si slancia sordo ai clamori e al fremito; già già fino alla pancia nuota.... e ingorde si gonfiano non più memori l'acque che una Dea 3 da lor nacque.
Seite 249 - Tarpa adorni, e co' novelli numeri e co' molli contorni delle forme, che facile bisso seconda, e intanto . fra il basso sospirar vola il tuo canto più periglioso; o quando balli disegni, e l'agile corpo all'aure fidando, ignoti vezzi sfuggono dai manti, e dal negletto velo scomposto sul sommosso petto. All'agitarti, lente cascan le trecce, nitide per ambrosia recente, mal fide all'aureo pettine, e alla rosea ghirlanda che or con l'alma salute April ti manda.
Seite 168 - Onde a' cori notturni Te, Dea, mirando obliano I garzoni le danze, Te principio d'affanni e di speranze: 30 O quando l'arpa adorni E co
Seite 141 - ... se con lei parlo, o di lei penso e scrivo. Tu sol mi ascolti, o solitario rivo, ove ogni notte Amor seco mi mena; qui affido il pianto, ei miei danni descrivo, qui tutta verso del dolor la piena. E narro come i grandi occhi ridenti arsero d'immortal raggio il mio core; come la rosea bocca, ei rilucenti odorati capelli, ed il candore delle divine membra, ei cari accenti m'insegnarono alfin pianger d'amore.
Seite 169 - Meste le Grazie mirino chi la beltà fugace ti membra, e il giorno dell'eterna pace. Mortale guidatrice d'oceanine vergini, la parrasia pendice tenea la casta Artemide, e fea, terror di cervi, lungi fischiar d'arco cidonio i nervi.
Seite 160 - Quel di che insana empiea II sacro Ida di gemiti, E col crine tergea E bagnava di lagrime II sanguinoso petto Al ciprio giovinetto. Or te piangon gli Amori, Te fra le dive liguri Regina e diva! e fiori Votivi all'ara portano D'onde il grand' arco suona Del figlio di Latona.

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