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DEL TRADUTTORE

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uae sane nostrae fuerunt partes tentavimus profecto; utinamque etiam effecerimus uti omnia ex fide responderent . . ut eadem propemodum esset linguac perspicuitas, eædemque munditiæ; idem utrobique sensus atque indoles, nulla vocum morositas, nulla anxietas: Politian. in praefation.

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Noi inver ci adoprammo a compiere con esattezza le parti nostre; ed oh! pur fatto avessimo onde il tutto corrispondesse con fedeltà. che di ciascuna lingua la purità fosse quasi l'i.stessa e le finezze l'istesse; uniforme di entrambe il sentimento e la proprietà, niuno lo stento', niuna l'ambiguità delle parole.

Essendo massima incontrastabile che il

vero carattere di un ottimo scrittore più fondatamente rilevisi dalle sue opere, e che queste meglio s' intendano e si gustino quando ancor si abbia un' idea del di lui nascimento e delle di lui più particolari vicende, ho creduto opportuno premettere a questa mia traduzione delle rinomate Stagioni dell' Inglese Giacomo Thomson un breve compendio della sua vita da molti già este

samente narrata; accennando alcune originali bellezze di sì maravigliosi poemi; e conchiudendo coll' esporre i motivi che mi determinarono a farne in prosa la tradu

zione.

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THOMSON era figlio di un povero parroco. Egli nacque l'undici di settembre 1700 nel castello di Ednam provincia di Roxburgh in Scozia. Il di lui padre godeva la stima e l'affetto di tutti per i suoi talenti e per zelo illuminato e costante col quale disimpegnava i doveri del suo pastoral ministero. Sua madre, discendente dalla famiglia Hume, stata era l'erede di un tenue patrimonio; ma era d'altronde in sommo grado fornita delle più belle sociali virtù, e di una fervida fantasia poco inferiore a quella del figlio.

Riccarton, parroco vicino, compassionando lo stato del giovine Thomson, volle provvederlo di libri. Esso ed il suo amico Guglielmo Bennet, ravvisando in lui un raro ingegno poetico, l' invitavano presso di loro nelle vacanze di estate, nel qual tempo il crescente poeta con le sue bizzarre poesie recava loro il più grato sollievo. Di questi versi però ne faceva ogni anno un ammasso e bruciavali, accompaguando con varii sonetti il motivo di questa loro condanna.

In appresso fu da Riccarton diretto a studiare nel collegio di Jedburgh, capitale di Roxburgh, non lungi dalle rive del Jed, sorgente ch' ei di rammentar si compiacque nella sua stagion dell' Autunno (vers. 886) dipingendo le valli della Caledonia, antica parte di Scozia ,, vagamente irrigate da ,, non pochi freschi trasparenti e turgidi ,,fiumi; dal Tweed, limpido patrio rio, le cui pastorali sponde udirono le prime la dorica mia zampogna con le tue tributarie acque, o boschereccio JED.,,

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Ma breve fu la di lui dimora in questo collegio, per essere stato, a cagione della inaspettata morte del padre, richiamato in seno della propria inconsolabil famiglia. Appena però l'amorosa madre sistemati ebbe i domestici affari, passò ad abitare a Edinburgh capitale della Scozia, onde questo suo figlio diletto compier potesse in quella celebre Università il corso degli studii; e là fu che udirónsi di lui alcuni роеtici saggi su la stagione dell' Inverno.

Pel continuo religioso esercizio di leggere e meditare la Sacra Scrittura, esercizio ognor dalla madre inculcatogli, acquistò il giovine studente idee ed immagini tutte sublimi, e creossi uno stile dignitoso e tutto suo proprio. Commessagli in fatti dall'

insigne teologo e suo precettore Hamilton la parafrasi di un salmo sulla maestà ed onnipotenza di Dio, s' intesero sviluppate da Thomson frasi concettose e robuste a tal segno, che Hamilton istesso ne restò con tutta l'udienza altamente sorpreso. Rallegrossene perciò seco lui con un compiacente sorriso, e rimarcare ne fe' ai suoi alunni i passi più belli; ma lo avvertì a frenar la sua fantasia, e ad esprimersi in avvenire con termini di più facile e comune intelligenza.

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Più mortificato che incoraggito da ciò, comprese egli ben tosto che la carriera teologica non era omogenea alla vivacità della sua mente. Un'altra parafrasi del salmo 104, di cui i suoi amici vollero fare più copie, ed alcune descrizioni sulla stagione dell' Inverno seriamente fissarono l'attenzione del pubblico. Chi sagace ed imparziale ammirava in esse nuovità e bellezza d' idee e di frasi; e chi, cieco ed ostinato venerator dell' antico, per invidia o per ignoranza le criticava. Egli però, senza insuperbire per lodi, senza avvilirsi per biasimi, continuava tranquillo a coltivar sempre più il suo naturale talento, mentre insegna l'egregio ferrarese ca v. Monti che

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Morde e giova l' Invidia; e non isfronda
Il suo soffio l'allòr, ma lo feconda.

Dilatavasi intanto ogni di più la sfera del di lui sapere, allorchè, seguendo i consigli di un'amica della sua madre, determinossi ad un tratto di girsene a Londra. Ivi giunto il 1724 ricercò di Mallet, stato suo condiscepolo a Jedburgh, e che cuopriva l'impiego di precettore del duca di Montrose. La vera loro amicizia, anzichè minorata si fosse nel primo per gelosia atteso l'umil suo grado, o negletta dal secondo ne andas se per vanità dal vantaggioso suo posto, a tale incontro improvviso addivenne più grande e di un effetto maggiore.

Thomson invero ritrasse dall'amico non pochi vantaggi, nel novero dei quali non dee contarsi per ultimo quello di essere stato da lui introdotto presso Forbes membro del parlamento, il quale coi tratti della più cordiale benevolenza gentilmente lo accolse.

La penosa angustia delle proprie finanze determinò finalmente il nostro Poeta a tentare la stampa del suo poema sull' Inverno; ma lo stampatore Millar, che ne acquistò l'originale, non trovandone spaccio, se ne mostrò per più mesi pentito. A caso il celebre filosofo Whatley, gittatovi un giorno lo sguardo, ne restò al sommo colpito; lo andò ovunque encomiando; e maravigliossi altamente che povero ed oscuro

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