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II.

AUTOGRAFO DEI SANGALLI

E RIDUZIONE.

Ecco come lo studio della Marina, senza pur dilungarci punto dalle nostre provincie, ci ha condotti a riconoscere già cinque edificî militari, di nuova maniera, di epoca certa, confortati dai primitivi disegni, e tuttavia esistenti: edifici anteriori alle supposizioni del Maffei, del Promis, e di ogni altro oltramontano e oltremarino. Questa è strada sicura, non mai da altri battuta, che stabilisce l'origine italica della fortificazione nuova, e dovrà in fine condurci alla novissima. Or qui per Nettuno abbiamo l'autografo di Giuliano da Sangallo nel taccuino di Siena alla comunale, segnato S. IV. 8, cart. 4. vers. già composto prima del 1492 pel Castello di Roma, come evidente si mostra per lo storico Mastio adrianéo, e per gli altri contrassegni già descritti al libro terzo. Proprio da quella cinta e da quel quadrilatero fiancheggiato con quattro baluardi pentagonali alle punte, coi musoni alle spalle, col fianco ritirato, col pezzo traditore, e con tutti gli artifizî della nuova maniera, raccolse il frutto desiato quel vecchio Antonio della stessa famiglia, che era architetto favorito di casa Borgia, secondo lo scritto del Vasari. Ora desso Antonio con quel disegno, spogliato delle grandiose proprietà romane, e ridotto alle minime proporzioni feudali, leva su il Fortino

di Nettuno per assicurare il possesso di casa Borgia, novellamente investita a scapito della Colonna. Allora anche il Papa volle visitare l'edificio già compiuto, e ando colà, accompagnato dal duca Valentino, giovedi mattina dell' undici maggio 1503, per trattenersi sino al martedi seguente, come scrive nei dispacci al senato veneto l'ambasciatore Giustiniani, pubblicato dal Villari. Senonché ricuperati presto presto dai Colonnesi tutti i loro possedimenti aviti, e di più il corredo sovrimposto dei recenti edifici, si riscosse a quell' esempio Stefano Colonna, generale e governatore della piazza di Torino, ed applicò alla stessa città il medesimo disegno di Nettuno in forma grandiosa; ma sempre simile coi quattro baluardi agli angoli, allungando per necessità le cortine di metri 710, e 776; con che, al dir del Varchi, Torino divenne allora inespugnabile;, e cosi dappoi sostenne lunghi ed accaniti assedî; infino allo strepitoso scoppio di quella mina, che celebre rese il nome di Pietro Micca.

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III.

PIANTA DAL VERO.

Disegno geometrico del Fortino di Nettuno, rilevato dagli Ufficiali del genio con le dichiarazioni del cap. Guglielmo Meluzzi, intorno all' alloggiamento, e ricovero possibile degli uomini, e dei giumenti. Pei disegni primitivi, cavo io dagli archivî e dalle gallerie le impronte dei classici autografi, per la certezza delle date indico monumenti e documenti storici, per la maniera nuova svolgo le forme della fortificazione, e per la conservazione perenne raccolgo io, dovunque si trovano copisti e fotografi, i rilievi degli ultimi tempi. Tale è la tavola annessa, diligentemente copiata di mia mano, nella stessa proporzione di scala metrica, e segnata coi richiami seguenti:

AB. Linea della sezione longitudinale.
c. Ponte fisso e levatojo.

D. Porta maestra.

E. Alloggiamenti.

F. Scale alle piazze alte.

G. Torricelle di vedetta.

H. Castellania.

I. Sortita scavata verso il mare.

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