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fatti, non mai interrotti, anzi sempre da lui medesimo continuati, prima e dopo di Carlowitz, quando si prevedevano le grandi novità, che poi scossero l'Europa all'entrare del settecento. Tocco di volo gli altrui successi generali per discendere sicuro ai mici particolari. Dopo la morte di Carlo II senza prole, scoppia la guerra di successione in Spagna, tra le case di Austria e di Francia. I rivali, venuti al ferro, menansi appresso gli alleati: i popoli dall'una e dall'altra parte concorrono ai diversi partiti, e tutta l'Europa scende in arme sui campi di battaglia.

Il nuovo papa Clemente XI della casa Albani da Urbino, salito al soglio alli ventitré del passato novembre, veduta l'arruffata matassa dei dritti e dei fatti tra i contendenti, dichiaravasi neutrale: e perchè la sua dichiarazione fosse da tutti rispettata in terra e in mare, massime durante la pacifica ricorrenza del giubileo secolare, commetteva al Ferretti la guardia più pronta e più diligente della spiaggia romana '.

Secondo le istruzioni, il Ferretti prese il largo al principio dell'anno, e continuossi poi sempre a doppio scopo: una corsa a levante per aver lingua e sicurezza di libertà agli approdi; ed una corsa a ponente per la medesima ragione, e più per levare di Corsica quei battaglioni volontari che là si scrivevano a rinforzo della guarnigione di Roma e delle frontiere, per la tutela dei pellegrini, e della neutralità.

[1701.]

II. Ma l'anno seguente, non più inceppati alla guardia vicina, e memori delle lontane correrie nel Levante, ebbero licenza di allargare la cerchia dei viaggi

1 PETRUS POLIDORUS, De vita et rebus gestis Clementis XI pont. max.; in-fol. Urbino, 1727.

con certe istruzioni determinate, alla cui norma per molti anni si governarono. Noto qui fin dal principio l'indirizzo, e lo stabilisco coi documenti, tanto che non abbia a sorgere di poi nė la dubbiezza del fatto, nè la necessità della ripetizione. Ecco le lettere ministeriali pel governo della squadra 2:

All'Illm. signor cav. fra Francesco Maria Ferretti, « governatore delle galere. Vostra signoria andrà a < Procida, Ischia, e Capri, fino a Messina; e costeggerà « la Sicilia fino a capo Passaro, dove piglierà lingua. Se<< condo gli avvisi, si avanzerȧ, o per la costa di Cala<«<bria fino a capo santa Maria di Leuca, o per la costa <<< di mezzogiorno fino al Marittimo, Favignana, e Pantel«<leria. Indi tornerà a Civitavecchia a spalmare ed a munizionarsi. Vostra signoria quindi uscirà verso l'Argen<taro, fino alla Pianosa, Montecristo, e la Tavolara. Poi << scorrerà tra il Circeo e l'Argentaro. Osservi il libretto <<< dei segnali sottoscritto dai noi 3.

« Vostra signoria prenderà poscia il viaggio alla volta << di Sardegna: e, secondo gli avvisi che riceverà, vada << pure all'isola Rossa, e alla Tavolara, con inoltrarsi an< che in Barberia, fino al Cimbalo; e se ne tornerà pel « Marittimo, Favignana, e Lustrica, proseguendo il corso << alla volta dei nostri mari.

<< Nei mari della Santa Sede, e molto più in vista della spiaggia pontificia, Nostro Signore non vuole che si disturbi il commercio: onde, trovandosi Corsari di qualunque potenza, vostra signoria dovrà notificare ai loro << comandanti quale sia in ciò la mente di Sua Beatitu

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2 ISTRUZIONI ecc. Codice Corsiniano in Roma. Segnato n. 896, pag. 187. Anno 1701, al 1706. (Cola 35. A. 2) da carte 185 a 204. L'Istruzione annessa a lettera del primo maggio 1701.

3 Libretto dei segnali: Più volte nel Codice (cart. 197, 199, 201, ecc.) si ripete il ricordo e l'osservanza di tale libretto: ma non se ne trova vestigio, forse perchè geloso e riservato.

<<< dine, non mettendosi in dubbio che ad ognuno premerȧ << di conformarvisi e d'incontrare la soddisfazione della << Santità Sua . Ma se ciò non ostante mancassero del <<< dovuto rispetto, o col far prede o con altro, in detti << mari, vostra signoria eseguisca quanto la incarichiamo <<< nelle nostre istruzioni secrete, le quali V. S. deve te«nere a sè, e non comunicare ad alcuno 5. Lorenzo << Corsini arcivescovo di Nicomedia, tesoriere e commis<< sario generale del mare. »

«

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La studiosa cura del Corsini e del Ferretti nel tenersi celati i due capitoli non ultimi delle istruzioni intorno al libretto dei segnali, ed al trattamento dei corsari, come certamente aguzza la curiosità dei lettori, cosi spinge l'animo mio a darne soddisfacente spiegazione, dedotta dai fatti. Quanto ai corsari, l'istruzione doveva essere semplicissima: Chiudere gli occhi e protestare dinanzi ai prepotenti; aprire le branche sopra coloro soltanto dai quali non avessero poscia a derivare peggiori conseguenze, si come vedremo succedere sul conto dei Liparotti.

Ma dei segnali, importando molto il conoscere come si governasse dai nostri maggiori questo ramo della tattica navale, ho pensato raccogliere qui la somma e il metodo in diversi tempi osservato, e le precise parole dei documenti trascrivere per norma di chi applica l'animo a queste ricerche, o da me ne richiede.

L'uso corre antichissimo, fin dal primo tempo della guerra e della navigazione: e dovunque sono stati ado

4 Corsari di qualunque potenza: Chiaro è che qui non si parla di pirati barbareschi, ma di armatori autorizzati con patente di alcuna tra le potenze belligeranti, a correre il mare in danno dei nemici. Dunque necessaria e giuridica la distinzione (già altrove dimostrata) tra concetto e voce di Pirata e di Corsaro.

5 Istruzioni secrete: Mancano nel Codice anche queste, come il Libretto dei segnali. Cautela del Corsini. Nondimeno dagli effetti dell'anno 1708 capiremo le cause ed il tenore delle istruzioni. v. appresso pag. 23.

perati di giorno e di notte fuochi, lumi, indizî, bandiere, colori, fumate, razzi, trombe, ed ogni altro simile artificio convenzionale. Dei colombi viaggiatori si legge tra gli Arabi prima delle Crociate ".

Grandi fuochi accesi per tre notti sulla cima dell'Argentaro, e ripetuti da tutte le alture fino a Roma, avvisano l'arrivo del convoglio papale' l'anno 1376.

<< Se il nemico si accosta oltre all'Elsa, si faccia un solo falò 8

<< Se in piccol numero saranno ducento, si facciano « due falò, e due volte siano abbassati e rilevati.

< Se però verranno in gran numero si facciano tre << falò, e tre volte inchinati e rilevati. Questi fuochi do<vranno durare alla lunga, perché possano essere veduti <da tutti e non essere spenti se non quando avranno << veduto gli altri a rispondere.

<< E se di giorno verranno i nemici, si facciano le << fumate, nel modo detto di sopra.

< La Capitana, per la partenza, spara un tiro, mette

<< la bandiera, tocca la levata 9.

Quando occorrerà dar volta, si metterà due fanali

< al luogo dello schifo.

6 CARMEN de Timino Saracenorum rege.

P. A. G., Medio evo, I, 200, 207:

«Hujus incolae palumbos

Emittunt cum literis. »

7 AMELIUS, S. R. I., III, 11, 702, B.

8 RIFORMAGIONI di Firenze, Montaperti, classe VIII, dist. II, n. 1,

fol. 62.

RICOTTI, Compagnie di ventura, in-8. Torino, 1884. I, 350.
DANTE, Inf., VIII, 8:

« Questo che dice? e che risponde quell'altro fuoco? »

9 ORDINI del Pucci, Medio evo, II, 269.

CRESCENTIO, Nautica, 144.

<< Chi incontra disgratia, domanderà ajuto con un tiro << di notte: e di giorno farà una o due fumate, secondo il bisogno; ma in caso di necessità spari un tiro anche « << di giorno.

Scoprendo vascelli nemici di notte mostrerà due <«< fanali, l'uno sopra l'altro, coprendo la parte dove vi <<< resta il nemico: et essendo numero superiore di va<< scelli, mostrerà tre fanali l'uno sopra l'altro, et coprirà

<< come sopra.

<< Per fare il bastardo di notte si faranno i segnali << consueti.

« Quando alla Capitana di giorno si metterà una ban« diera di mezza poppa, s'intende che una galera vada << dietro l'altra.

<< Ordini della navigatione et della battaglia ". Quando << la Capitana avrà scaricato un pezzo d'artiglieria et fatto « suonare a raccolta per la partenza, tutti i capitani delle galere devono mettersi in punto per seguirla.

Quando la Capitana mostri una bandiera in corsial << o sulla poppa, s'intende che vorrà fare vela di bastardo. << Se la mostrerà due volte s'intenda da tutti fare la << vela di borda, se tre volte il marabutto, se quattro << il trevo.

« Di notte con un lume in corsia s'intende volersi << far vela di bastardo, con due lumi s' intenda la borda, << con tre il marabutto, con quattro il trevo.

Questo lume, sospettandosi che possa essere veduto << dai nemici, si terrà coperto dalla parte opposta a loro. << Di notte, mostrando la Capitana due lumi uno sopra

<< l'altro, s'intende voler far vela di trinchetto.

<< Mostrando due volte un lume di notte, s'intende

<< che vorrà ammainare le vele.

10 PANTERA, Armata navale, 190.

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