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VIII. Armamenti straordinarî. Promozione di veterani. di venti bastimenti, (15 aprile 1793).

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Navigazione di conserva. Sollevamento della ciurma del
Ripresi i fuggitivi.. Giunta della vela di

san Pietro, (13 agosto 1793). ·

mezzana alle galere. Vela quadra alle corvette.

X. Viaggio delle corvette. Andrea Zara, e i suoi giornali.

A Terracina, (1 maggio 1795). — Combattimento contro la Sáica, (18 mag

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Sentenza di corte marziale contro il tenente Ceccarelli. — Caso
Giudizî popolari, e tradizioni duraci.

Smeraglia, (13 giugno 1795). — Convoglio. Tartana perduta
Sciabecco petulante a Civitavecchia, (6 agosto).

ad Anzio, (20 luglio).

A Terracina, (28 agosto).

XIII.

Tattica, strategia, combattimento. Uno sciabecco a fondo, uno predato, (18 ottobre 1795). Feste del ritorno, (20 ottobre). — Testimonianze e documenti, scritti e verbali, primi ed ultimi.

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XIV. Cacciati i barbareschi, cresciuti i corsari. A Terracina la squadretta, (1 maggio 1796). — Le corvette e la squadriglia. Partenza improvvisa e preludî. Disarmo delle corvette. Promozione e riposo

al maggior Zara.

-

Suoi manoscritti. Ultime notizie di lui.

LIBRO QUARTO

Le Corvette alla costa.

[1778-1796]

CAP. IL MAG. ANDREA ZARA

1.

[1778.]

Voglionsi ora armare due bastimenti di guardia con venti cannoni per ciascuno, e cento trenta uomini d'equipaggio. Bastimenti a tre alberi di vela latina, senza lusso, senza comparsa, senza cavalleria, assegnati a correre soltanto contro i Barbareschi lungo la spiaggia romana, ed a stanziare esclusivamente ne' suoi porti. Li chiamarono con termine generico, per la grandezza, Navi;

per

l'attrezzatura, Barche; e per ragione dell'ufficio, Guardacoste: ma in sostanza essi erano maggiori dei brigantini, minori delle fregate; e quindi vere corvette; massime da poi che ebbero attrezzati i tre alberi a vele quadre. Torniamo dunque nel principio di questo libro al sistema del Cadolini, del Balzarino e del Giustiniani, sostenuto da quest'ultimo, che ancor viveva onorato e potente; e sempre ripicchiava sulla necessità della velatura latina per cacciare a dispetto del vento con amplitudine maggiore di quattro quarte a preferenza di tutte le boline dei quadri, cui scarseggia anche a sei quarte il vento. Finché visse questo Capitano, niun piloto mai

poté vincere il punto, tanto ambito, della quadratura. Ma, quando egli ebbe chiusi gli occhi, le guardacoste abbatterono antenne, issarono pennoni, trevi, gabbie, velacci, divennero, e furono chiamate Corvette: nome che io devo preferire fin dal principio per acconciare le parole al concetto della comune intelligenza, ed alle universali nozioni marinaresche, anziché all' incerto gergo locale '.

Lo scandaglio presuntivo faceva supporre otto mila scudi di spesa per ciascun bastimento; e forse anche meno negli arsenali di Genova e di Napoli. Sempre gli uomini, scontenti da presso, si lusingano di incontrare il meglio della fortuna da lungi. Dove meno giugne la scienza, quivi giuoca più balda la fantasia: potenza intesa a colorire gli oggetti secondo il desiderio. Dante allegoricamente le attribuisce pelle gajetta, e pel 'maculato. Con tali traveggole agli occhi andarono Luigi Gubian e Giuseppe Castagnola, già piloti delle fregate, e futuri capitani delle corvette, a cercare vantaggio economico da lontano: e tornarono con due scritture. Una del regio costruttore in Napoli, che richiedeva pe' due bastimenti ducati quarantotto mila: quasi il triplo del prezzo presunto. E l'altra dei fratelli Castellini, notissimi armatori genovesi, dai quali pretendeansi lire ducensessanta mila: come a dire il quadruplo.

Allora Pietro Simonetti, computista generale della Camera, trattò con Carlo Giorgi, banchiere in Roma ed

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I ARCHIVIO DELLE FINANZE cit., Navi e galere, vol. IX, n. 195. STRATICO, Vocab. marin., in-4. Milano, 1813. Alla voce Barca ed al disegno di tre alberi, annesso alla tavola, fig. 55.

DAL Pozzo, Storia dei Cavalieri di Malta, in-4. Venezia, 1715, vol. II, pag. 651, lin. 32: « Consisteva l'armata in circa 130 vele: cioè quattro galere due grosse navi, dette Guardacoste, due palandre da gettar bombe, ecc. »

...

DOCUMENTI di casa Manzi cit.: « Barche guardacoste, mattura a pi pera,» dal francese mature à pible, alberatura a pioppo. Doc. Gonfalone: « Le due corvette. » Veli appresso, pag. 264.

affittuario delle selve camerali in Nettuno, per la predetta costruzione al prezzo del primitivo scandaglio di ottomila scudi per ciascuna. Già era distesa la minuta dell'apoca privata, quando il Denham, venutone a cognizione, protestò per la preferenza a lui dovuta, come assentista. Quindi ai dodici di febbrajo 1888 il Tesoriero e l'Assentista firmarono il contratto cosi: obbligo al Denham di costruire dentro un anno nell'arsenale di Civitavecchia due navi guardacoste, simili ambedue all'altra quivi stesso costruita l'anno 1738, e secondo i disegni annessi: obbligo alla Camera di pagare per le medesime scudi ventimila quattrocento 2.

Adoperaronsi alla costruzione Pietrantonio Deangelis, Michelangelo Calamatta, e Michelangelo Cosbor, soprannomato Zabaglia, perché, al pari del celebre sampietrino, risolveva le più ardue questioni di meccanica, senza il corredo delle lettere 3. Pel fatto di costoro, e per consenso del Denham, l'opera venne migliore dei disegni e dei modelli: la chiglia, dai palmi settantacinque del contratto, crebbe ad ottantaquattro; e guadagnò solidità mag

2 ARCHIVIO Delle Finanze, già a palazzo Salviati, Galere e Navi, volumi sciolti, segnati coi numeri 791, 792.

3 ARCHIVIO Cit., Misure di ciascuna guardacosta in palmi napoletani (ciascun dei quali, ragguagliato al metro, è = 0,26455).

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giore in tutto il corbame. Proporzionalmente crebbero i membri corrispondenti: madieri, stamenali, scalmotti, forcacci, bagli, fasciame. Crebbe il dispendio. Molto più che in tempo di guerra, come allora correva tra le maggiori potenze di Europa, le prime materie di costruzione e di attrezzatura, da tutti ricerche, stavano al più caro prezzo.

Fra queste vicende, il primo bastimento compiuto e varato alli 13 febbrajo 1779 col nome di san Pio; ed il secondo per onore di san Giovanni, messo in mare alli venticinque di dicembre dell'anno medesimo, da tutti gli intelligenti e dalla lunga esperienza successiva approvati, costarono al Denham pecunia molto maggiore della pattuita indi il principio delle sue sventure.

Di che, quasi infausto presagio, dette strepitoso segno la terribile tempesta di Libeccio venuta sul nostro porto la mattina del ventinove settembre con mare, flutto, pioggia, lampi e tuoni orribili. Nel qual tempo la saetta entrò in fortezza, dentro al magazzino della polvere, e in un baleno accese ventiquattro migliaja di quella migliore 4. Finestre infrante, vetri rotti, usci aperti, chiavistelli contorti, due sentinelle sbalestrate in mare, quattro cannoni scavalcati in piazza, tre feriti, quattro morti, cinque sepolti, e poi sui tetti una pioggia di pietre e di rovinaglie alla ricaduta. Spavento di finimondo, guasti all'arsenale 5.

Soltanto la squadra da remo restò incolume, trovandosi nella consueta navigazione di estate col cavalier Ranieri a Marsiglia, a Napoli, a Palermo, d'onde ritornarono alla metà di ottobre. Passaggio quietissimo, che

4 DIARIO di Roma, primo ottobre 1779, e foglietto volante di suppleIndi colà la solennità del san Michele.

mento.

5 ARCHIVIO PARROCCHIALE DI S. MARIA, Libro dei Morti di città, 29 settembre 1779.

6 DIARIO, 1779, agosto 6, 13, e segg.

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