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Per la seconda dimensione di largo, presa al baglio maestro nel vivo centimetri 30, uguali a metri sei nel vero; più l'opera morta del posticcio che forma dalle due bande sedici centimetri pari a metri 3.20: ed in totale 9.20; onde

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Venendo ora alla forza motrice dei remi e delle vele, comincio dai primi, e dico banchi ventisei, interscalmio da centro a centro 0.06 (m. 1.20): e tutto il remeggio nel modello, 1,56: nel vero 31.20. Ciò posto dico del

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[30 maggio 1748.]

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XVI. Molti anni fa rammento io aver veduto alla mostra qui in Roma un bellissimo dipinto sullo stile di Claudio, rappresentante questo fatto medesimo sopra tela ad olio di grande dimensione 109. L'artista, messosi di stazione in quel sito preciso che i Civitavecchiesi dicono la Testadimoro, alle spalle la fortezza, di fianco l'arsenale, rimpetto la sanità, circoscrivendo attorno i particolari del porto di Civitavecchia, aveva benissimo determinato il luogo. Meglio ancora aveva determinato il tempo, ponendo di mezzo la bandiera papale con lo stemma de' Lambertini, tre pali d'argento in campo di rosso. Ottimamente aveva pur determinato il fatto, dipignendo al balcone l'immagine di Benedetto XIV, e dall'ultima arcata dell'arsenale facendo uscir fuori il rostro e la prua della galera nell' atto istesso di spingersi e correre al mare tra le acclamazioni della gente affollata. Pochi giorni dopo, quel dipinto era partito pel settentrione, comprato da un Russo. Chi sa dove sarà caduto, e quante ciance avranci fatto sopra i cicaloni delle gelate gallerie !

A noi restano i marmi in vece delle tele "o, e durano i bronzi, dove sta scritto ": « Andata a Civitavecchia, ed al pubblico servigio di Benedetto XIV, pon

109 Via di Capolecase n. 53. Tela di un metro e trenta in lungo, di un metro scarso in alto.

110 ISCRIZIONI e Lapidi alla Sanità, allo Spedale, al Porto e al Municipio, pubblicate dal FRANGIPANI, 206.

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<< tefice massimo. » Non solo l'immagine di lui nel diritto, ma la ripetizione si vede nel rovescio della stessa storia del viaggio, che sta intagliata nel secondo specchio poppiero del modello ora descritto: perchè nell' istessa maniera all'aria marina, riproduce il Papa, i cavalli, la chinéa, il crocifero, gli staffieri, i genuflessi, e tutto il corteggio: con che a un solo concetto l'uno e l'altro monumento s'informa, e chiama, e risponde.

Al ritorno dell'augusto Pellegrino, il governatore Saverio Dattilo, i visconti Fazi e Fiori del municipio, il conte Soderini della piazza, il marchese Origo della fortezza restarono alla porta Romana : ma il comandante Bussi prosegui lunghesso il mare fino a Palo: e di là, ripetuta la salva, prese il largo per la consueta

crociera.

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Nell' intervallo una delle galere portò a Malta il giovane prelato Valenti, nipote del potentissimo cardinale, incaricato di presentare al Grammaestro lo stocco e il berretto tradizionale, pegno di amorevole estimazione di Roma". E l'anno seguente alli trenta di maggio sulla spiaggia di Maccarese venne a naufragare quella galeotta barbaresca, il cui equipaggio cadde tutto prigioniero nelle mani dei mandriani e dei bifolchi, sempre armati, di maremma. Sopravvenute le galere, discagliarono il bastimento, presero i prigioni, e lasciarono al principe. Rospigliosi, signore di quelle terre, la bandiera e le armi barbariche, tuttavia conservate nella chiesa e nel casino della tenuta 114.

112 DIARIO, 13 maggio, pag. 20.

113 DIARIO, 19 agosto 1747.

ANONIMO, Memorie dei Grammaestri, in-4. Parma, Bodoni, 1780.

114 RICCI, Giornali mss., 30 maggio 1748.

DIARIO 1748, giugno 1 e 8, e novembre 20.

COPPI, Memorie di Maccarese.

[1749.]

XVII. Dopo il trattato di Aquisgrana, tra le tante mutazioni introdotte in Italia, venne pure a succedere in Firenze la dinastia di Lorena, ed a portarci subito le sue stranezze 5. Dirò pel mio argomento dell'amicizia soltanto coi Barbareschi; ai quali quinc' innanzi sarà concesso dai porti e dalle isole di Toscana insidiare impunemente alla quiete del popolo romano. Abolite le galere di santo Stefano, disarmata la Rondinella e l'Etruria, che avevano fatte tante prodezze. Livorno, e le isolette vicine, piene di sciabecchi e di pirati Algerini. Sarebbe stata temerità colpevole mandar solo il san Pietro: perció gli si aggiunse di conserva l'altra nave corsara, chiamata col nome di san Paolo, armando un bastimento del paese pressochè simile di grandezza, e vi posero tramendue un rinforzo di cento quaranta soldati, trattandosi già di istituire un corpo speciale di fanteria marina, scelto tra i volontari nei quartieri, col premio di soldo maggiore . Gli ufficiali de' due bastimenti, agli ordini del Giustiniani, si pigliarono dalla squadra del Bussi: sul san Pietro montava per tenente Cesare Borgia, e per insegna Marcantonio Rocchi: sul san Paolo per capitano il cav. Niccola Bonaccorsi, per tenente Guglielmo Bacon, e per insegna il signore d'Emery. Queste due navi corsare, e il doppio stuolo delle galere, rappresentavano allora la forza maggiore che avesse l'Italia sul Mediterraneo. Nulla più di Toscana: di Genova uscivano quattro soli bastimenti, tre galere, e una barca della compagnia di nostra Signora del soccorso "". Le

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115 TRATTATO del 18 ottobre 1748.

116 ARCHIVIO DELLE FINANZE cit., V, n. 62. 17 DIARIO, giugno 1749. Data di Genova.

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