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<<< diacono assistenti, che furono monsignore Boccapaduli <<< elemosiniero, ed Argenvilliers, uditore della sacra Rota. « Et acció Sua Santità potesse comodamente ascendere << in detta Galera, fu fatta eriggere un' amplissima scala, << guarnita tutta di arazzi; et anche dilatata la corsia con << tavole per coprire i banchi, ad effetto potesse il Santo << Padre essere più decentemente servito dai Ministri nel << fare la sacra Funzione, che fu eseguita solennemente << con le solite cerimonie e riti, salmeggiandovi alterna<< mente i padri Domenicani, a cui spetta (per la cura << delle anime ad essi commessa) il fare simili benedizioni: << ed uno di essi in abito Diaconale, coll'altro che faceva << da Suddiacono, cantó con solenne rito l'ultimo dei cinque Evangeli, nella descritta sacra Funzione asse<< gnati. Fu dedicata essa Galera a san Benedetto: e ciò « in ossequio alla Santità Sua, che ne porta il nome, e << ne fu l'autore. Ed in fine, dando il Sommo Pontefice << la solenne pontificale benedizione, si udi la salva reale << di tutte le galere e delle altre navi, che erano in porto. << Popolo infinito concorse per godere di tal solenne Fun<«<zione, non solo nei canali laterali della stessa galera, << ma anche nell'arsenale, e in numero indicibile di barche piene di gente, di ogni sesso e condizione, che era ivi <<< in vista squadronato.... Indiscrivibile consolazione al << Santo Padre, tanto per la Funzione eseguita, con cui << non solo soddisfece alla sua pietà innata, ma recò in<< finita edificazione agli spettatori, quanto per la seconda << che diede il compimento a ciò che aveva nella sua su<< blime idea determinato. >>

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Dunque la salva generale delle artiglierie nel porto annuncia il termine della parte liturgica: e intanto il Pontefice passa al prossimo casino della Sanità marittima, dalla cui finestra australe egli stesso dà il segno del varo: Il bastimento, tenuto sulle vase, sciolti i ritegni, riceve

e seconda la spinta, sdrucciola lieve sul pendio del piano inclinato, piglia l'abbrivo, e, come freccia scoccata dall'arco, entra e galleggia sulle acque, tra le acclamazioni strepitose della plebe sottile e dei pezzi più grossi. Lo scafo resta per un giorno in mezzo al porto al piacere dei mozzetti, che corrono in frotta dalla sinistra alla destra per farlo sbandare fino al piè delle rembate: perché quanto più facile si presta al minimo peso eccedente dalle bande, e più geloso dell'equilibrio, tanto migliore si argomenta la agilità e stabilità sua alla vela, al remo,

al mare

io

106

[Maggio 1747.]

XV. La straordinaria cirimonia, compiuta innanzi alla nobil corte dal più dotto dei moderni Pontefici, commosse l'animo di molti a volerne conservare il ricordo per via di scritti, di medaglie, di pitture, e di modelli. E perché gli ultimi fatti rispondano ai primi, voglio qui pur descrivere nei minuti particolari quel superbo campione della Benedetta, del quale ho dato alcun cenno nei volumi del medio evo 107. A ciò fare tanto più mi conduce il modello romano, quanto meno altrove se ne possono avere di perfetta rispondenza geometrica, come é il nostro. Troverete dei bozzetti all'arsenale di Venezia e della Spezia; ne troverete al palazzo magistrale di Malta, al museo di Kensington in Londra, al Louvre di Parigi:

106 LABAT, Voyage. Parigi, 1730, V, 30.

107 P. A. G., Medio evo, I, 172, 174; II, 468.

Nei magazzini della marina in darsena, sotto la cura del signor Biagio Donati, si custodivano gli ultimi grandi specchi dell'ultima Capitana cogli stemmi di Pio VI, ora passati alla cura del Municipio di essa città. Si conservano eziandio altre tavole scolpite e inargentate nella chiesa del Suffragio; di che quei confratri adornano l'altare nella esposizione del Venerabile per le solennità maggiori.

ma niuno, nè a Pola, né a Vienna, né a Berlino, nè a Costantinopoli ho visto io, che superi il nostro di grandezza; nè che valga, com'esso, alla prova delle misure. Ondeche ben a ragione i direttori dell'ultima esposizione marittima in Napoli si onorarono di collocare in bella mostra alla vista degli studiosi nazionali e stranieri il modello della Capitana papale, proveniente dall' arsenale di Civitavecchia, ed inviato loro da Roma per commendatizia di que' due maestri d'idraulica e di marina che furono Clemente Folchi, ed Alessandro Cialdi 108. Come ad essi m'inchinai allora, cosi ora ai miei lettori m'inchino, chiedendo licenza di riprodurre la somma delle osservazioni e delle misure diligentemente raccolte ne' miei quaderni; si che ognuno dall'esemplare possa facilmente risalire al prototipo; e risolvere qualunque dubbioso quesito intorno alle triremi dei tempi più rimoti e dei più vicini. Niente vi manca di occorrente al navigare e a combattere: alberi, antenne, vele, manovre, sartiame, bozzelli, remi, armi, artiglieria, bandiere, tutto sta al suo posto, infino alla ciurma di cencinquanta fantoccini a tre per banco.

Il modello in tutte le sue parti mantiene sempre la proporzione costante ad un ventesimo del vero: quindi la misura di ogni membro e membretto torna effettiva per la moltiplica del venti. Ciò posto, dico avere innanzi

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108 ESPOSIZIONE internazionale marittima in Italia il 17 aprile del 1871 in Napoli. Catalogo degli espositori nazionali e stranieri, in-8. Napoli, Fratelli de Angelis, vico Pellegrini, 4; e Portamedina, 44; pag. 8, col. 2a, n. 249: « Roma. · Bosi ingegnere Giuseppe Modello di galera e sua manovra, eseguito in Civitavecchia l'anno 1714... » (leggi 1747, e nulla più). – Nella stessa occasione se ne fece e pubblicò una buona fotografia, di che conservo un esemplare presso di me, lungo m. 0,19, sul quale sta scritto di mia mano: « Il modello di Civitavecchia del 1747 all'esposizione di Napoli 1871, conservato dall' architetto Giuseppe Bosi in Roma, via Mazzini n. 2. » (Oggi posseduto dal pittore Erulo Eruli, via del Babuino, 150-C). P. A. G., Atlante privato, pag. 133.

tal capolavoro rappresentante antico naviglio, quale di scafo da ruota a ruota (escluso quindi lo sperone) raggiugne esattamente due metri e quaranta centimetri: e di largo, alla sezione del baglio maestro dell'opera viva, raggiugne trenta chilometri; e tocca i quarantasei con tutto il posticcio dell'opera morta. Quindi grandioso modello, e senza pari, e degno di essere descritto perché ne duri la memoria, se mai l'oggetto si perdesse.

Dopo le prime osservazioni generali, facendomi alla poppa trovo l'altezza massima dal calcagnuolo alla freccia di centimetri quarantasei, che sono più di nove metri nel vero; e trovo un cumulo di nobilissimi ornamenti, scolpiti e dorati. Nel mezzo sovreggia di grandezza naturale la statua di papa Benedetto in atto di segnare: triregno, manto, bandiere, trofei, e due angioletti al lati. Il fanale spicca nel mezzo; ed il coronamento di poppa tutto inciso a più ordini di dentelli, archeggia tra due figure gigantesche puntellate ai lembi del dragante. La cartella centrale ripete i trofei, e lo stemma papale tra i fiocchi. Quivi stesso monta sù il fusto maggiore del timone, ugualmente scolpito e dorato infino alla barra, dal cui rovescio fra molti fregi sorge ardita la testa del toro. Cinque grandi quadri, storiati ad alto rilievo adornano dai lati e da tergo l'opera morta della nobilissima poppa. Nel primo di mezzo si vede papa Benedetto in seggiola sopra quattro gradini, che tratta con un gentiluomo da lato, e sette dinanzi, intorno alle franchigie del porto, ed agli interessi del paese. Le due targhe laterali a destra esprimono due fatti, allusivi al viaggio di Civitavecchia. Il Papa a cavallo, la chinéa del Crocifero, tre persone per via genuflesse, e due staffieri seguenti di fianco. Appresso, nella targa estrema, trattano insieme tre chierici e due laici, sopra le nuove fabbriche, e sull'ingrandimento della città.

La prima targa di sinistra rappresenta il Pontefice seduto presso al suo scrittojo, dove il prelato Governatore presenta i disegni dell'acquedotto, e l'architetto genuflesso, col cameriere secreto da tergo. Nell' ultimo i magistrati del municipio presentano omaggio e ringraziamento al Pontefice in soglio: il Visconte parla genuflesso, tra due stanti, e da tergo il cameriere. Tra i balaustri dei bandini, a destra ed a sinistra, lucenti di vernice e d'oro, campeggiano gli stemmi dei principali ministri di Stato e di Camera, del tesoriero e del governatore: e un lungo cordone di ovoli dorati segue infino a prua, dal tamburetto alla punta dello sperone, dove corrono briosi, svolgendo a larghe spire gli anelli della coda, due cavalli marini. In tutto questo non havvi bruscolo dell'ordine di Malta.

Appresso alla descrizione, che sempre potrà valere a riconoscere la qualità del modello e della provenienza, mi sembra ben fatto aggiugnere le precise misure del medesimo, per le quali ciascun possa a diritto risalire alle dimensioni dell'originale; e ripetere, con maggior fermezza alla fine, ciò che si è detto intorno alle triremi nel principio. Comincerò dalla lunghezza, messo fuor di conto lo sperone: del quale mi basta dire la lunghezza di ventidue centimetri nel modello, pari a metri quattro e quaranta nel vero. Ma perchè desso non fa parte integrante del corpo, anzi deve dirsi arma sporgente di offesa, passo alla lunghezza dello scafo da ruota a ruota, come dicono i marinari: e formo il seguente prospetto, dove sono indicate le misure del modello, e la riduzione al vero:

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