A riveder si affretta i suoi più cari. E voi, che mentre in terra il sonno regna, O gran Fonte del giorno, immagin vera Fa che ogni raggio, che da te si spande, Mugge il tuon, che il romor vince del mondo, E va da nembo a nembo inno solenne Tessendo a Lui, che lo spingeva in corso. Ripetetelo voi, solinghi monti; Custoditelo, o rupi; e lungo i vostri Cerulei fiumi errar s'intenda, o valli.. Interminabil fremito, alla destra Del Dio plaudite, che vi ammanta e avviva. Labbro a un tempo, intelletto, e cuor del tutto, Là tra le vaste cittadine mura Il lungo-risonante organo intuoni I solenni suoi numeri ; e del coro O si rinfoschi l'aer ne' dì più brevi, Irrigidisca il labbro mio; sien l' ali Non cal, che della terra ai più remoti 208 INNO AL CREATORE Che l'arcano mio vel scorga a futuri VILLE DE LYON IL FINE. |