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L'ESTATE

L'ESTATE:

Figlia del Sol, la fiammeggiante Estate,

Di gioventù nel fasto, pe' lucenti
Campi spazia dell' etra, e ne' recessi
Di Natura s' infonde. Ella si avanza;
E l'aure ognor commosse, e le focose
Ore guida in sua via, mentre il pudico
Sembiante, al dardeggiar degl' ignei sguardi,
Torcendo Primavera, a lei del cielo

E del ridente suol cede il governo.
Alla densa foresta, ove diurno

Raggio a fatica un picciol varco s'apre,
Volgasi or dunque il passo; e accanto al rivo,
Ch' entro petroso letto infra le torte

Radici della rovere discende.

Alla bell' erba in grembo, la sovrana
Gloria si canti del volubil anno.

Dal tuo romito ostel vieni, o sì raro
All' uom concessa Inspirazion: deh vieni;
E dall' immoto austero ciglio un guardo,
Onde il ciel tutto si discopre in giro,
E risvegliato è l'estro, ed ogni possa
Che l'anima del vate agita e infiamma,

Non isdegnar che Fantasia t'involi.

O tu, primiero di mia giovin Musa
Amico, Dodingtono, in cui Natura
Tutte adunò le grazie, e pura luce
Si accoglie d'intelletto e tener' alma,
E saper non fallace, e da decenza
Ognor temprato social costume,
E pronto ingegno e mansueto core
Sì rado uniti, e immaculata fama,
E della gloria del natio paese,

Di libertà, dell' uom, sublime affetto,
L'orecchio porgi a mie campestri note,
Ed al subbietto arridi, e quelle inspira,
E le tue laudi a meritar m'insegna.

Qual tremendo poter, che del creato
Regola il giro, nell'immenso Vôto
Lanciò da pria le ponderose sfere?
Mentre dell' uomo i faticosi figli

E ogn' opra lor seco l' età strascina,
Incontro al suo furor, salde elle sole,
Luce alternando e tenebre, e dell' anno
Il quadruplice aspetto, arcani globi,
Per immutabil via volgono in corso:
Sì perfetta è la destra, che all'immensa
Mole dà impulso e la governa e libra!

Men de' Gemelli omai l'aspetto è vivo;
E, percosso dal Sol, s' infoca il Cancro.
Breve ed incerto è della Notte il regno :
Sulle tracce del dì, che s'allontana,
Appena ella si avanza, che di bianca

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