Non isdegnar che Fantasia t'involi.
O tu, primiero di mia giovin Musa
Amico, Dodingtono, in cui Natura
Tutte adunò le grazie, e pura luce
Si accoglie d'intelletto e tener' alma,
E saper non fallace, e da decenza
Ognor temprato social costume,
E pronto ingegno e mansueto core
Sì rado uniti, e immaculata fama,
E della gloria del natio paese,
Di libertà, dell' uom, sublime affetto,
L'orecchio porgi a mie campestri note,
Ed al subbietto arridi, e quelle inspira,
E le tue laudi a meritar m'insegna.
Qual tremendo poter, che del creato
Regola il giro, nell'immenso Vôto
Lanciò da pria le ponderose sfere?
Mentre dell' uomo i faticosi figli
E ogn' opra lor seco l' età strascina,
Incontro al suo furor, salde elle sole,
Luce alternando e tenebre, e dell' anno
Il quadruplice aspetto, arcani globi,
Per immutabil via volgono in corso:
Sì perfetta è la destra, che all'immensa
Mole dà impulso e la governa e libra!
Men de' Gemelli omai l'aspetto è vivo;
E, percosso dal Sol, s' infoca il Cancro.
Breve ed incerto è della Notte il regno :
Sulle tracce del dì, che s'allontana,
Appena ella si avanza, che di bianca