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E mentiti bisogni a sè figura:
Vedi perchè sovente il sacro Vero
E'l moderato Stil le ingiurie provi
Del cieco Zelo, e la tiranna legge,
Avversaria domestica, la pace
Contristi della vita e 'l ben ne attoschi.
O tu che ancor della sventura in onta
Il cammin segui di Virtute, e invitto
Fra i mondani tumulti il petto serbi,
Soffri ancor per brev' ora; e ciò che al corto
E sol mezzo veggente occhio si mostra,
Disperso fia. Trapasseran veloci

Le sonanti procelle, e involto il tutto
Nel sen vivrà di Primavera eterna.

AL CREATORE,

INNO

SU LE STAGIONI.

Delle varie stagion l'alterno giro E il sol tuo Nume, onnipossente Padre. Pieno è l'anno di te. Di Primavera Ne' rugiadosi dì l' Amor tuo move E la Bellezza tua. Purpureo manto Vestono i campi; tutto è l'aer fragranza: Eccheggia il monte, la foresta ride; E ogni senso, ogni cor letizia spira. Tutta nel foco e nella luce involta, L'Estate a lei vien presso; e

l'

accompagna
La Gloria tua. Pieno il vital suo raggio
Per mezzo al turgid' anno il Sol dardeggia;
E sovente nel tuon s' ode tua voce,

E al più fitto meriggio e all' alba e a sera,
E nelle aurette dalle trepid' ali,
Presso ai boschi, sul colle, e lungo i rivi:
Senza misura nel seguace Autunno

La tua Bontà si mostra, e vario e dolce

A' viventi apparecchi almo convito.

Ma quanto mai nel Verno, eccelso Nume, Tremendo sei! Su l'orme tue solenni

Con profondo fragor nembi e procelle
In maestosa oscurità strascini.

Del turbin Tu su le stridenti penne
Equitando sublime, al mondo imperi
Di venerarti; e di Natura il nudo
Volto col fiato aquilonar scolori.

Arcano giro! Qual vigor di mente
E di superna man qui non si mostra!
Divinamente semplice è la legge :

Pur così varia a un tempo, e con tal arte
Alla bellezza è la bontà congiunta ;

E si lieve con ombra ombra si aduna,
Che mentre tutto in armonia si aggira,
Ogni vicenda, che sottentri, è incanto.
Pur nel girar l'inscia pupilla intorno,
Lo stupido mortal te non ravvisa :
Non ravvisa tua man, che delle sfere
Tacita guida le carole, e il fosco
Sen della terra mesce, e fa gli allegri
Tesor di primavera in picciol' ora
Esalar quasi nebbia; e drittamente
Il fiammeggiante dì scaglia dal Sole,
E ogni vivente nudre, e fa pe' cieli
Strepitar la tempesta; e, mentre in terra
Sì splendido a' mortali offre teatro,
Le fonti della vita ognor rintegra.

Oh! ti arresta, Natura; e sottto il vasto Tempio del firmamento, a sciorre un pieno Al Dio dell' Universo inno di lode, Assembratevi tutte, anime vive!

A Lui, che il fiato vi ministra, o fresche
Aure spirate. Il nome suo sia posto
Nel vostro mormorio là ne' romiti
Silenzj, dove il pin tremola a pena,
E fa coll'ombra sua sacra la rupe.
Alto risoni la siderea volta

Del canto vostro impetuoso, o venti,
Onde spesso il suol crolla; e sia palese
La man tremenda, che v' impenna l' ale .
Sue glorie ripetete, o voi, tranquillo
Nutrimento de' fiori, argentei rivi,
E fate ch' io le ascolti allor che lento,
Sulla vita pensoso, a voi mi appresso.
Laudate il nome suo, torrenti alpestri,
Procella delle balze, e voi più miti
Acque, che intorno serpeggiando occulte,
Rinfrescate la valle. A Lui tuo grido
Ergi, o mar fragoroso, ermo in te stesso
Mondo di maraviglie; e di' chi l'onde
Tue solleva dall' imo, e chi le acqueta.
E voi frutti, erbe e fior, fate che in nembi
Si avvolgano ascendendo i vostri incensi,
All' amoroso Artefice tributo,

Che il Sol fe', che vi educa, e nelle aurette
Spira, onde nota è la fragranza vostra,
E di mille color vi pinge il manto.
Chinate a Lui le verdi cime, o selve;

A Lui, messi, ondeggiate; e il vostro canto
Spiri al cor del bifolco, allor che lasso,
Al tacito chiaror di adulta luna,

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