L'AUTUNNO. Or che di falce armato, e fra gli acervi Delle recise spiche, onor de' campi, Sorgente di piacer giunge l' Autunno, Lieto all' amica lira e al canto io torno. Quel che a dicembre imprigionâr le brume, E april disciolse, e maturò l'agosto, In sua pompa si svela, e l'estro infiamma. Di fregiar vaga del tuo nome i carmi, Te invoca, Onslow, la Musa, e un raggio invoca Di tua gloria immortal. Le gravi cure, Di patrio zelo generose figlie, Onde in fronte hai l'imago e 'l foco in petto, Quando al novo signor cede i bei giorni Al suol sovrasta. Con soave raggio Son questi, o Industria, i doni tuoi. Te sempre La fatica accompagna, e più gentili Costumi insegni, e l' arti belle avvivi. E le foreste alla balìa de' venti, Del Sol, del gel, spinse il mortal Natura; Divo rava dell'anno, e per vil cibo In cor gli nacque, e i dolci affetti apprese Visse il mortal, sinchè d' Industria al grido |